Annigoni, un classico contemporaneo

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Pietro Annigoni nacque a Milano il 7 giugno 1910 ma è la Toscana il luogo principale della sua attività: lì studiò all’Accademia di Belle Arti, trascorse la maggior parte della sua vita e infine morì nell’ottobre del 1988.

Pittore, artista, un classico contemporaneo: uno di quelli che hanno restituito all’arte contemporanea canoni di bellezza classica, per i quali provava nostalgia nel diluvio di forme concise, simboliche, ripulite e irreali, benché ciascuna di queste definizioni aderiscano idealmente al mondo creato dalle sue pennellate. Annigoni non è stato un rappresentante di ciò che solitamente associamo al concetto di arte contemporanea.

Nel 1947, assieme a Gregorio Sciltian e ai fratelli Xavier e Antonio Bueno, firmò il manifesto dei “pittori moderni della realtà”, rifacendosi alla tecnica rinascimentale e all’ideale realista. Non dovrebbe stupire che su tali basi abbia poi deciso di diventare ritrattista. Solitamente viene chiamato “il pittore delle regine”, ma la sua opera si è rivolta anche a temi e soggetti ai margini: mendicanti, prostitute, alcolizzati, tra i quali trascorse la sua giovinezza smodata.

Un momento di svolta nella sua vita fu il viaggio compiuto nel 1949 a Londra, dove Salvatore Ferragamo lo introdusse a circoli influenti. Rivolse quindi la sua attenzione a un pubblico che si teneva in gran conto e dipinse due paesaggi e un ritratto esposti alla Royal Academy. Alla fine del 1955 Annigoni ricevette una commissione che gli tributò molta fama: dipinse un ritratto della regina Elisabetta II, oggi visibile al grande pubblico nella National Portrait Gallery a Londra. La carriera di Annigoni iniziò ad assumere un ritmo frenetico. Tra i personaggi da lui ritratti ci sono: la regina madre, la regina Margherita II di Danimarca, Farah Diba, moglie dell’ultimo scià di Persia, la principessa Margaret, Filippo di Edimburgo, la principessa del Kent, il duca di Gloucester, la principessa indiana Gayatri Devi, nota come la più bella donna del mondo, la moglie di Ernest Oppenheimer, il re dei diamanti, papa Giovanni XXIII, presidenti americani quali John F. Kennedy e Lyndon B. Johson, e magnati della politica e della finanza.

Annigoni non fu tuttavia soltanto un ritrattista e lasciò ai posteri anche una serie di affreschi a tema sacro: nella Basilica di San Marco a Firenze (500 m² di affreschi ai quali lavorò tra il 1967 e il 1986), nell’Abbazia di Montecassino, sulla facciata del palazzo dell’Arciconfraternita della Misericordia in Piazza della Cattedrale a Firenze, nella Basilica di Sant’Antonio a Padova.

Nonostante la sua opera sia imponente e si possa ammirare in prestigiose gallerie e musei, come il Metropolitan Museum of Art a New York, gli Uffizi e Palazzo Pitti a Firenze, Annigoni in Polonia è poco conosciuto, e ciò è un gran peccato. Probabilmente questo articolo non esisterebbe senza gli sforzi del gruppo Sfumato, che si è incaricato di richiamare l’attenzione dei polacchi sulle creazioni di questo artista italiano, a proposito del quale il grande storico e critico americano Bernard Berenson e il pioniere del surrealismo Giorgio de Chirico affermarono che uguagliava i tre grandi maestri del Rinascimento. Come capita di solito, ha deciso tutto il caso; un viaggio a Firenze e l’incontro con Gilberto Grilli, curatore artistico, biografo, amico ed erede dell’opera di Annigoni. Nella sua casa-galleria i proprietari del gruppo di investimenti Sfumato hanno ceduto all’incantesimo dell’opera di Pietro Annigoni e, benché la collezione di Gilberto Grilli fosse eccezionalmente imponente, è stata presa quasi d’impulso la decisione di acquistarla interamente. Si tratta di una collezione limitata di 67 matrici di acqueforti che attualmente si trovano in Polonia, accessibili ad amanti e collezionisti d’arte.

Ogni matrice di acquaforte, tecnica di incisione calcografica, è stata creata da Annigoni in un unico esemplare impiegato per un numero limitato di disegni. Attualmente attendono di essere esibite nella loro prima mostra in Polonia.

Osservando queste forme grafiche perfette si avverte il richiamo dell’estetica rinascimentale. Alcuni ritratti danno l’impressione di essere una chiara citazione dello stile dello stesso Leonardo da Vinci. Inoltre, i paesaggi pieni di inquietudine e le scene di genere possono far venire in mente ai polacchi i disegni di Norblin. Guardando le acqueforti a tema erotico il nostri ricordi richiamano arbitrariamente il mondo nevrotico di Bruno Schulz.

La pratica di Annigoni con le acqueforti è un invito a un discorso intellettuale. La forma, per quanto realistica, non è letterale. Svela lentamente dinanzi agli osservatori strati successivi di realtà abbozzata, senza offrire definitive garanzie sul fatto che ciò che vediamo è stato effettivamente dipinto o sul fatto che forse le linee stesse consentono a noi di dare un contenuto all’immagine.

Il già citato Gilberto Grilli, esprimendosi su Annigoni e la sua arte, non nasconde l’emozione; le sue recensioni confinano addirittura con la poesia:

“Annigoni magico Annigoni suggeritore di meraviglie in un teatro ormai consumato dalla noia e dal consumismo globalizzante, se egli fosse stato un santo avrebbe guarito col suo tocco magico e miracoloso tutte le malattie degli umani.”

Sfumato Arte Investments, gruppo attento e aperto, che si è dato l’esaltante missione di ricercare nuovi autori e opere, indirizza la sua attività agli amanti dell’arte, consapevoli del suo valore universale. Il contatto con la creazione artistica è garanzia di un’esperienza metafisica, della costruzione e dell’arricchimento di una sensibilità nel proprio animo. Allo stesso tempo, in modo subdolo e insolito, quanto più quelle stesse opere influiscono su un animo nobile, tanto più chiaramente si rivelano come una intelligente allocazione di capitale. È la manifestazione più ovvia del legame tra sacrum e profanum nella creazione artistica, valore intangibile e garanzia di quello finanziario.

I collezionisti, sempre più numerosi in Polonia, lo sanno perfettamente, quindi l’arte diventa sempre più di frequente la forma prescelta di allocazione del capitale, insieme sicura, attraente e stabile, come gli immobili. Ha però un innegabile ed eccezionale qualità: la costante possibilità di essere saziati dalla sua bellezza e di condividerla con altri. L’arte collocata in casa parla di noi, è un’illustrazione della nostra vita, della nostra maturità e della nostra sensibilità.