Rappresenta il paese più potente del mondo, parla un polacco fluente e risponde sempre su Twitter. L’Ambasciatore degli Stati Uniti, Stephen Mull, prosegue nel suo obiettivo, quello di visitare tutti i voivodati polacchi. Recentemente, il funzionario di Stato, proveniente dalla Pennsylvania, è arrivato ad Opole, dove nell’Aula Azzurra del Collegium Maius ha tenuto una conferenza sui rapporti polacco-americani. Stephen Mull svolge l’incarico di ambasciatore dal settembre 2012, ma aveva visitato la Polonia già nel passato. “Già negli anni Ottanta, quando ero nella sede diplomatica nelle Bahamas, chiesi di fare la successiva tappa a Mosca. Richiesta respinta, perché non conoscevo la lingua russa, ma, invece, mi fu proposta la Polonia. Pensai che fosse un’offerta interessante e non sbagliavo: ora sono molto lieto di essere qui” ricorda Mull. “L’inizio non fu tuttavia facile. Spesso avevo agenti dei servizi segreti polacchi dietro le spalle. Pensavano che fossi una spia, e dopo gli incontri ci furono arresti.” Adesso la Polonia è ormai un paese diverso, e i suoi rapporti con gli USA sembrano essere esemplari. L’ambasciatore Mull ha elencato tre aree principali di collaborazione tra i due paesi. “Innanzitutto, lavoriamo insieme nell’area militare. Non si tratta soltanto dell’Iraq o dell’Afghanistan, ma anche degli affari della NATO in Europa”, racconta l’ambasciatore. “Spero che la Polonia non avrà mai bisogno del nostro aiuto militare, ma sappiate che siamo pronti per assistervi. All’inizio di novembre si terranno le esercitazioni militari Steadfast Jazz, e sul Mar Baltico arriverà il cacciatorpediniere italiano Duilio”, assicura l’ambasciatore. Un’altra area di collaborazione polacco americana è l’economia. “Finora l’America ha investito 20 miliardi di dollari nell’economia polacca”, sottolinea Stephen Mull. “Nel voivodato Opolskie, diamo già 1500 posti di lavoro, e entro breve vi sarà costruito lo stabilimento della Polaris, in cui verranno fabbricati All-terrain vehicles e motoslitte.” Il terzo aspetto della partnership evidenziato dal funzionario di Stato americano sono le tradizioni democratiche. “Resto impressionato dai successi che la Polonia ha avuto nel percorso verso la democrazia. Questo paese può essere il modello per l’Ucraina, la Bielorussia o perfino per la Birmania”, ha detto Stehen Mull, non nascondendo che il modo in cui i polacchi sono usciti dalla cortina di ferro meriti un riconoscimento. L’ambasciatore non si riposa tuttavia sugli allori ed è convinto che i rapporti polacco americani vadano sviluppati, ed uno dei modi efficienti per farlo è quello di investire nei giovani. L’Ambasciata degli Stati Uniti, con l’assistenza della Fondazione per il Sostegono delle Zone Rurali e del Collegium Civitas, ogni anno organizza il concorso nazionale polacco “Know America”. Il premio principale per gli studenti polacchi sono studi universitari negli USA, gli altri premi sono uno stage all’ambasciata oppure alla Camera Americana del Commercio di Varsavia, e anche l’ammissione agli studi nel Dipartimento degli Studi Americani dell’Università di Varsavia. “L’idea del concorso è nata dalla convinzione che anche i migliori rapporti vanno nutriti. Vogliamo incorraggiare i giovani a studiare negli USA, soprattutto dargli una tale possibilità e far venire gli americani qua”, dice Stephen Mull. L’idea dell’ambasciata americana può ispirare le rappresentanze diplomatiche di altri paesi, ad esempio quella italiana, a creare un concorso simile. Sicuramente molta gente giovane vorrebbe partire per il Bel Paese per corsi di formazione e per conoscere meglio la cultura di questo Paese, in quanto l’interesse per la lingua italiana in Polonia cresce costantemente. Nel contesto dei viaggi per l’America, gli studenti non hanno mancato di porre all’ambasciatore la domanda sull’abolizione del visto per i polacchi. “Stiamo lavorando di continuo per convincere il Congresso per abbassare la soglia percentuale che lasci la Polonia aderire al programma di esenzione del visto d’ingresso. La legge deve ancora passare per le mani dei membri della Camera dei rappresentanti, per arrivare al presidente Obama”, tranqullizza Mull. Stephen Mull ha concluso la visita con una breve passeggiata ad Opole, dove ha visto i “m?ynówki” (corsi d’acqua, naturali o artificiali, utilizzati dai mulini), chiamati spesso “la Venezia di Opole”. L’ambasciatore ha condiviso le foto scattate in quel luogo su Twitter, che lui aggiorna molto spesso e su cui risponde sempre ai polacchi nella loro lingua madre.
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