Lo scrittore francese Jacques Lacarriere ha scritto: “… ma cos’è un viaggiatore? È colui che in ogni paese percorso, per il semplice nuovo incontro di altri e attraverso l’essenziale oblio di se stesso, ricomincia la sua nascita… “
La potenza del viaggio in moto a volte , più che da un luogo turistico preconfezionato o un monumento, la percepisci lungo la strada.
Nei racconti dei grandi viaggiatori motociclisti, ho sempre cercato di scovare e di carpire i segreti dei loro straordinari incontri e inevitabili colloqui durante i loro viaggi intorno al mondo.
L’incontro con Anna Jaczkowska, motociclista e viaggiatrice in solitaria, autrice di due libri dal titolo “Donne in moto” e “Solitudine nei Balcani” mi elettrizza per varie ragioni.
Ho rintracciato questa esile bionda dal fisico molto sportivo per puro caso cercando durante le mie notti insonni nuovi itinerari per i miei viaggi avventura.
Oltre ad essere molto carina nei modi di fare, questa ragazza si manifesta subito con una sorprendente umiltà e semplicità nel raccontarmi alcuni dei suoi stupendi viaggi avventura.
Anna sostiene che ogni viaggio fa storia a se e le ha dato differenti emozioni e sensazioni. Per esempio, il viaggio nei Balcani, avvenuto un anno dopo la tragica morte del fratello più giovane, le ha rilevato, nei momenti di solitudine, il fatto che non aveva ancora superato il trauma. Quindi in assenza di interazioni, l’individuo è portato a ritrovare l’essenza di se stesso senza compromessi.
Le chiedo se ha mai incontrato situazioni di pericolo per la sua vita derivanti da pericoli legati alle persone incontrate. Con grande sorpresa mi racconta che l’unica situazione di vero rischio l’ha vissuta in Romania sotto un forte temporale, e percorrendo ad alta velocità una strada secondaria si è trovata dinanzi una massa indefinita nera che poi si è scoperto essere una grossa mucca!
“Il viaggio in Argentina, ha messo a dura prova la mia resistenza alla solitudine percorrendo centinaia di chilometri senza incontrare anima viva! Ho avuto l’impressione di assorbire l’umore a seconda dei paesi che attraversavo. In Argentina triste, negli U.S.A dopo aver ballato la musica country il mio animo era pieno di felicità ma anche energia”.
Anna è una vera sportiva. Oltre al motociclismo coltiva altri interessi per sport estremi tipo il freeclimbing ma anche il ciclismo.
Le chiedo allora come deve essere il suo partner ideale e lei mi spiega che il suo partner è una persona tollerante che riesce a mediare con il forte carattere di Anna ma anche capisce l’esigenza di solitudine che caratterizza Anna.
Mi piacerebbe moltissimo provare a fare un viaggio con questa wonder woman della moto. Una ragazza che sotto il casco nasconde una forte femminilità e umanità.
Sta preparando il terzo libro che racconta il suo viaggio in America e ci garantisce che sarà denso di aneddoti e storie vere e vissute.
Il mio augurio è che le case motociclistiche prestino maggiore attenzione al fenomeno crescente del mototurismo e dedichino risorse anziché investire in pericolose gimkane e altre iniziative futili e antieducative.