L’immagine dell’Italia nella cultura popolare è spesso associata al cibo. Cibo che si gusta nelle calde sere d’estate, in compagnia di amici, del buon vino, passando ore a tavola. Sono stati scritti molti libri e film che mitizzano l’Italia e ciò che un viaggio nel Bel Paese può scatenare in una persona.
Lo schema più frequente è: il protagonista parte per cambiare qualcosa nella sua vita ripristinare/riscoprire se stesso. Si siede davanti a un piatto di pasta e quindi tutto cambia. Il romanzo più popolare che utilizza questo schema è il libro di Elizabeth Gilbert “Mangia, prega, ama”, in cui la cucina italiana ha un’influenza decisiva sulla trasformazione del protagonista. Un bestseller mondiale (più di 10 milioni di copie vendute) che ha avuto anche una trasposizione cinematografica. Tutte queste storie “grandi” e pompose scritte sul cibo italiano possono allontanare alcuni e incoraggiare altri a comprare un biglietto di sola andata per l’Italia soleggiata. Quanto c’è di vero nell’effetto “magico” della cucina italiana? Tornando con i piedi per terra e mettendo da parte le questioni di trasformazione spirituale, possiamo certamente dire che la dieta degli italiani ha molti benefici per la salute. Curiosamente, benefici per la salute molto simili possono essere ottenuti praticando una filosofia alimentare di cui si parla sempre più spesso negli ultimi tempi: il mindful eating.
Il mindful eating fa parte dell’arte della consapevolezza o mindfulness, che riguarda l’essere “qui e ora”, il concentrarsi sugli stimoli esterni e interni. J. Kabat-Zinn, uno dei più noti divulgatori della mindfulness, l’ha descritta come “la consapevolezza che deriva dal dirigere l’attenzione in modo intenzionale e non giudicante verso il momento presente”. Il mindful eating, invece, è concentrare questa filosofia sul mangiare. Quindi l’idea è che mangiando con attenzione, senza fretta, dedicando spazio e tempo nella nostra vita quotidiana all’attività del mangiare, possiamo migliorare la nostra salute fisica e mentale.
Nella sua forma più avanzata, il mindful eating è addirittura una meditazione sul cibo, in cui ci si concentra sulla consistenza, sui diversi sapori e odori di un piatto e si mangia lentamente. Questa pratica ha molti vantaggi. Ad esempio, uno studio condotto da ricercatori della Columbia University ha rilevato che le persone che mangiano in modo consapevole hanno spesso livelli di glucosio e di colesterolo più bassi e una pressione sanguigna migliore rispetto a coloro che mangiano di corsa. L’ostacolo più grande che le persone oggi incontrano nell’iniziare a praticare il mindful eating è proprio il tempo che manca loro costantemente. Così facendo, si dimentica che curando le piccole cose della giornata, ci si prende cura del proprio futuro, della propria salute fisica e mentale.
Secondo i dati dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), in media gli italiani e i francesi sono quelli che passano più tempo al giorno a mangiare e bere (più di 2 ore). Questo sottolinea il fatto che per gli italiani il pasto non è solo una delle faccende da sbrigare durante la giornata. È anche un piacere, una cosa a cui vale la pena dedicare del tempo. Solitamente eseguita in momenti fissi della giornata, spesso in compagnia di familiari o amici, ha assunto un’importanza maggiore rispetto ad altri Paesi. Questo è successo perché l’arte culinaria non è solo una parte importante della vita quotidiana italiana, ma anche della cultura. Ciò è senza dubbio legato al patriottismo locale degli italiani (probabilmente derivante dalla tardiva unificazione del Paese), che si manifesta in un forte attaccamento ai prodotti della regione di provenienza. Le ricette regionali sono considerate molto seriamente e le modifiche non sono gradite. Questo influisce anche sulla passione che gli italiani hanno per il cibo. Mangiando, non solo soddisfano la loro fame e si divertono, ma celebrano anche le loro origini. Anche l’attenzione con cui si mangia è importante. Durante un pasto, parlano spesso di ciò che hanno nel piatto e sono in grado di apprezzare sinceramente un piatto ben cucinato. Così sono “qui e ora” e seguono uno dei principi del mindful eating senza nemmeno saperlo.
Nel mondo moderno non è facile essere “mindful”. Con l’avanzare della tecnologia, la nostra vita si velocizza e diventa sempre più diffi cile dedicare del tempo prezioso alla cura di noi stessi. Quando siamo sopraffatti dalle basi dell’igiene dei pasti, non pensiamo nemmeno a concentrarci sulla consistenza, sul gusto o sull’odore del nostro piatto. La lotta contro la degradazione delle pratiche alimentari è condotta da Slow Food, un’organizzazione fondata nel 1989 da Carlo Petrini. Riunisce milioni di persone di oltre 160 Paesi e si dedica all’educazione e all’azione per prevenire la scomparsa delle tradizioni culinarie. Slow Food lotta contro le fi losofi e dello stile di vita veloce e il diminuito interesse delle persone per le loro scelte alimentari.
Essere consapevoli durante l’atto del mangiare è naturale per gli italiani, che quindi, anche senza usare questa pratica consapevolmente, ottengono molti benefici per la salute. Questo stile alimentare è ideale per chi non ha tempo di seguire tecniche di meditazione avanzate. Non solo per i fatti che dimostrano che è benefico per la nostra salute, ma anche per i miti che ci aiutano a celebrare la cucina italiana. Non abbiamo bisogno di meditare a ogni pasto per essere più sani, perché una forma più semplice e accessibile di pratica della consapevolezza è a portata di mano.