L’articolo è stato pubblicato sul numero 52 della Gazzetta Italia (settembre 2015)
La mitica isola delle spezie, che ha dato i natali a Freddy Mercury. Un antico snodo di commerci in cui da secoli si incrociano popolazioni, religioni e culture africane, arabe e asiatiche. Un paradiso incontaminato di flora e fauna ma anche una nuova Mecca per gli appassionati di kitesurf. Questo e molto altro è Zanzibar, meta esotica perfetta per una vacanza allo stesso tempo riposante, avventurosa e sportiva che per me si è inaspettatamente arricchita di due elementi cruciali: Italia e Polonia. L’Italia, quella culinaria, l’ho trovata nei piatti del romantico e tranquillo Twisted Palms Lodge&Restaurant del veneto Carlo Mazzuccato che nella taverna su palafitte che si allunga fino al bagnasciuga della spiaggia di Bwejuu offre piatti di stile italiano arricchiti dal pescato del luogo, tipo gli squisiti spaghetti al granchio!
A Twisted Palms ho passato con mia figlia Matilde rilassanti giornate a camminare sulla soffice spiaggia bianca o avventurandoci per centinaia di metri verso il reef quando la bassa marea lasciava scoperti scogli pieni di stelle marine, pesci color “Nemo” e tantissimi pungenti ricci. Giorni passati in una deliziosa serenità, lontano dalle mete più battute dell’isola, godendo di massaggi all’ombra delle palme mentre mia figlia si faceva tatuare con l’hennè. Davanti a noi una spiaggia incontaminata che si allungava e accorciava di centinaia di metri a seconda dell’umore delle maree, con le donne del luogo pronte a rimboccarsi la gonna per andare a cercare a mano crostacei e altre specie commestibili.
Una volta ritemprati ci siamo trasferiti nell’elegante resort di tre straordinari polacchi: Radek Mrokwa, di Bytom, conosciuto durante lo scalo a Dubai, e Kazimierz Topór con la figlia Kamila di Łapsze Niżne. Persone squisite, entusiasticamente innamorate di Zanzibar che ci hanno fatto conoscere gli angoli più remoti dell’isola, come il quartiere di Stone Town che ospita alcuni palazzoni in stile Plattenbau. Sì perché negli anni Settanta in piena guerra fredda la Tanzania – che fino al 1964 si chiamava Tanganica e solo dopo l’unificazione con Zanzibar è diventata Tanzania – era vicina al blocco sovietico. E così è successo che l’allora Germania dell’Est, la ex DDR, offrì la costruzione a Stone Town di alcuni blocchi di appartamenti stile periferia sovietica. Blocchi che sono ancora lì, tuttora completamente abitati, a testimoniare un’indimenticata pagina di storia.
Ma torniamo ai nostri amici polacchi titolari dello splendido Cristal Resort a Paje che si affaccia su una delle più belle spiagge di Zanzibar. Una location incantevole con bungalows disseminati tra le palme, una bella piscina e un ottimo ristorante dove spesso la sera si possono apprezzare danze popolari e sacrifici rituali da parte di autentici Masai.
E proprio la spiaggia del Cristal Resort è uno dei migliori luoghi al mondo dove imparare ad andare in kite. Dal bagnasciuga al reef per oltre un chilometro di larghezza, e alcuni chilometri in lunghezza, c’è una sorta di divina piscina di acqua turchese tiepida, senza scogli sul fondo, battuta sei mesi l’anno da venti costanti: il paradiso dei kitesurfer. E su quella spiaggia si possono trovare varie scuole di kite in cui si parla italiano, grazie ad un toscano che offre corsi con ottime attrezzature, e polacco grazie a Agata Dobrzyńska, giovane e bella ragazza di Gdańsk che ha imparato kite lungo la penisola di Hel, prima di diventare lei stessa insegnante e iniziare a girare il mondo insieme al suo compagno alla ricerca delle migliori spiagge per il kite.
Tra le molte escursioni fatte durante la vacanza ricordo con piacere quella in canoa lungo un’ansa costellata di mangrovie, l’uscita in mare per fare snorkelling e nuotare con i delfini, la passeggiata in mezzo alle pacifiche scimmie dell’isola, e poi la divertente gita all’estremo nord di Zanzibar sulla bella spiaggia di Nungwi. Un posto meraviglioso che in altissima stagione, ovvero durante le vacanze di Natale, è una meta cult per gli italiani tanto che ogni negozietto di prodotti locali sfoggia ironici cartelli in italiano, e qualsiasi venditore è in grado di mercanteggiare nella lingua del Bel Paese. Nungwi si distingue anche per la bella spiaggia senza barriera corallina dove a pochi metri dal bagnasciuga transitano i tipici dhow in legno con a bordo pescatori o turisti.
Ma Zanzibar è molto più di questo. Una vacanza fantastica che per gli italiani e i polacchi può diventare davvero un’esperienza speciale. Se la meta vi incuriosisce date un’occhiata ai video di Kamila Topór (canale YouTube: ZanziRaj), la giovane polacca che partita per Zanzibar per andare a trovare il papà si è poi fermata e in pochi mesi ha imparato lo swahili decidendo di vivere e lavorare nell’isola delle spezie, da lei ribattezzata proprio ZanziRaj (Paradiso-Zanzibar).
foto: Matilde Giorgi