Ilona Rupiewicz
A scrivere questo testo mi ha stimolato il mio recente viaggio sull’autobus numero 509 che attraversa la strada Targowa. Mi è tornata in mente una discussione tra due professori che ho sentito all’Università di Varsavia che alla fine concludevano che non è possibile non riconoscere una persona che abita nel quartiere Praga, soprattutto vicino alla stazione Wie?ska e in via Stalowa. Un tema che mi interessa, perché ho vissuto fin dalla nascita sulla riva destra della Vistola, anche se sono cresciuta in quella Praga Sud che la gente di via Brzeska considera come Varsavia. Ma voglio esaltare l’interessante Praga Vecchia e i suoi dintorni. Praga oggi, dopo essere stata a lungo dimenticata e trascurata dalle autorità della capitale, si rianima e diventa un luogo sempre più attraente, non solo per gli investitori (ci sono prezzi inferiori a quelli del lato sinistro della Vistola), ma anche per i turisti stranieri e gli abitanti di Varsavia. Penso che non ci sia bisogno di dilungarsi sui benefici che ha portato Euro 2012 al quartiere Praga. Chi visita questa parte del capitale dopo i Campionati Europei di calcio, sicuramente rimane sorpreso dal ritmo del cambiamento. La necessità di edificazione dello Stadio Nazionale ha costretto la città a grandi cambiamenti e ad una trasformazione delle infrastrutture. Altri investimenti, come ad esempio la costruzione della seconda linea metropolitana o la rivitalizzazione di vecchi edifici, sono una opportunità unica di trasformare completamente quello che era un quartiere trascurato, povero e pericoloso. Un’immagine negativa che ha la sua causa specifica. In passato Praga non faceva parte di Varsavia. Nei secoli Praga ha subito gli inevitabili danni del tempo e delle guerre ma, molti edifici antichi sono sopravvissuti alla seconda guerra mondiale. Un lunga e non sempre serena storia ha lasciato nell’aspetto e nel carattere del quartiere tracce specifiche, e anche nella mentalità della gente. Il fatto è che Praga è stata, e in parte lo è tuttora, una zona in cui vive molta gente povera, a volte scarsamente istruita o con problemi con la legge. Tra di loro si forma come un patto d’onore che gli abitanti di quartieri come Ursynów o ?oliborz probabilmente non potrebbero capire. Gli studiosi addirittura discutono di una sorta di caratteristico folclore e dialetto di Praga. Quando ci si perde nei vicoli e nelle vecchie strade, si può avere l’impressione di trovarsi davvero in un altra Varsavia. Un’atmosfera speciale creata da cappelle nei cortili di vecchi caseggiati appartenenti alla stessa famiglia da generazioni, o dal bazar di Ró?ycki, dove a quanto pare è possibile acquistare illegalmente animali esotici. Precedentemente, in viale Zieleniecka, esisteva anche un enorme bazar allo Stadio del Decennio, un fenomeno particolare e argomento per un’altra storia. Ma Praga ha anche un volto culturale e di intrattenimento. Ci sono il Cinema Praha, numerosi teatri come ad esempio, Powszechny, Praga o Baj. Alcuni caffè carini e i pub che non sono già identificati come “praskie mordownie” (vuol dire i pub pericolosi e sospetti). Per esempio, il club Pary? Pó?nocy (vuol dire Parigi del Nord) in via In?ynierska può sorprendere per il suo clima piacevole. Inoltre, non si può dimenticare monumenti come la Basilica in via Kaw?czy?ska, la Cattedrale in via Floria?ska e anche la Cattedrale Ortodossa in viale Solidarno?ci.
Oggi sono ripassata lungo via Targowa e di nuovo e mi chiedo se la Vecchia Praga riuscirà a rimanere così affascinante e in un certo senso incomprensibile, nonostante i cambiamenti estetici, il gran numero di investimenti e l’afflusso di nuovi residenti …