Quando si dice Italia e Polonia si pensa al volo ad un antica influenza del back ground culturale italiano nella terra di Copernico, attraverso il cattolicesimo e gli innumerevoli scambi scientifici e artistici concretizzatesi in migliaia di prestiti linguistici adottati dal polacco. Una relazione che dura da secoli, che non si è interrotta neppure quando Italia e Polonia lottavano per la loro libertà di nazioni con Adam Mickiewicz a difendere la Repubblica Romana e il garibaldino Francesco Nullo a combattere per la libertà polacca. Una liason che va dal Rinascimento al Romanticismo, ma anche dalla Repubblica Popolare di Polonia, dove la Fiat 126 era uno status symbol polacco, all’odierna rampante Polonia protagonista nell’Europa Unita, in cui alcuni dei maggiori simboli di sviluppo, come il grattacielo Zlota 44 firmato da Libeskind e la seconda linea della metro che passerà sotto la Vistola a Varsavia, stanno venendo costruiti da aziende italiane. Una intensità di rapporti italo-polacchi confermata dall’ambasciatore d’Italia in Polonia, Riccardo Guariglia, che in questi giorni festeggia il suo primo anno di insediamento nella bella ambasciata di plac Dabrowskiego.
“È stato un anno intenso di attività e di soddisfazioni perché per un ambasciatore vedere un così forte susseguirsi di rapporti bilaterali significa che tra i due paesi le cose vanno bene. In questo primo anno di mandato abbiamo assistito a molti incontri istituzionali che non avvenivano da tempo, come ad esempio il vertice bilaterale italo-polacco a maggio, la visita ufficiale del Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano lo scorso giugno, la visita del presidente polacco a Napoli nel mese di novembre e poi tutta un’altra serie di incontri ad alto livello con ministri degli esteri e della difesa. E poi come non ricordare che l’Italia è stata ospite d’onore alla Fiera dell’industria della difesa di Kielce. Direi quindi che tra Italia e Polonia il rapporto non è solo intenso ma strategico.”
Un punto d’osservazione privilegiato quello di ambasciatore da cui si può capire in concreto qual è, seppur in un momento di crisi economica come è l’attuale, il livello di scambi tra i due paesi.
“Nonostante la crisi i rapporti economici tra Italia e Polonia sono molto fruttuosi e positivi. Il fatto che quando il Presidente Napolitano è venuto in visita in Polonia parallelamente a latere si sia svolto un business forum italo-polacco che ha coinvolto i due capi di stato, oltre a ministri e imprenditori dei due paesi, significa che l’attenzione sulle relazioni economiche è alta. Ma posso dare anche qualche numero che rende l’idea del volume d’affari di cui stiamo parlando, in Polonia attualmente operano 850 imprese italiane, che danno lavoro a 85 mila persone, l’Italia è il terzo partner commerciale della Polonia ed il quinto investitore diretto. La presenza italiana si nota in settori cruciali come quello dell’auto e delle infrastrutture, presenza simboleggiata dai lavori di costruzione del grattacielo Zlota 44 e della seconda linea della metro a Varsavia. I miei colleghi polacchi confermano che nel 2012 nessun paese straniero ha avuto un così intenso livello di relazioni con la Polonia come l’ha avuto l’Italia.”
Un’ampia gamma di relazioni che però non corrisponde ad un significativo numero di italiani realmente residenti nel paese?
“I dati dell’anagrafe consolare parlano di circa 3500 italiani residenti in Polonia, ma è chiaro che il volume di italiani che hanno relazioni stabili con questo paese è molto più grande”.
E tra questi italiani che operano in Polonia ci sono imprenditori di molti settori tra cui anche chi, come noi, lavora attraverso la comunicazione, soprattutto con Gazzetta Italia e Polonia Oggi, ad una promozione delle relazioni tra i due paesi. Lei che ha fatto anche un’esperienza al servizio stampa del Ministero degli Esteri come valuta questo lavoro?
“Il lavoro che state portando avanti è molto importante perchè la comunicazione è un pilastro fondamentale di qualsiasi tipo di relazione. Il rapporto bilaterale tra Italia e Polonia non può fondarsi solo tra governi o tra istituzioni, ma deve essere una relazione che si radica nella società civile sia attraverso una comunicazione costante e attenta sia attraverso iniziative culturali. In questo senso sono felice di sottolineare come ci sia stato quest’anno il lancio di iniziative culturali italiane che hanno interessato e coinvolto i polacchi, ricordo la mostra del Canaletto al Castello Reale di Varsavia, la mostra sulla pittura italiana a Poznan durante Euro 2012, l’esposizione di arte contemporanea a Torun sponsorizzata da Unicredit, il concerto di jazz italiano organizzato in questo dicembre dall’Istituto di Cultura Italiano. Ma anche il 2013 sarà un anno particolarmente coinvolgente dal punto di vista delle iniziative culturali perché coinciderà con il bicentenario della nascita di Verdi e il 150° anniversario della morte del patriota garibaldino Francesco Nullo che dall’Italia venne fino qui in Polonia per aiutare i polacchi nella lotta contro la Russia. Un eroe cui lo scorso giugno il presidente Napolitano ha reso omaggio recandosi personalmente al suo monumento a Varsavia.”
Figlio di diplomatici e nato a Chicago, forse il destino aveva già scelto per lei la Polonia?
“Sì in effetti sono nato nella città americana con la più forte presenza dell’emigrazione polacca, per questo spesso scherzo con i colleghi polacchi raccontando che sono nato nella città più occidentale della Polonia”.