“Le siciliane” Gaetano Savatteri

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Durante la Fiera Internazionale del Libro di Varsavia si è svolto un incontro sul libro “Le siciliane” del giornalista Gaetano Savatteri, cui è intervenuta italianista e redattrice di Gazzetta Italia Agata Pachucy moderata da Adam Szaja, giornalista e autore del blog smakksiazki.pl. La traduzione in polacco è stata appena pubblicata dalla casa editrice Bo.wiem dell’Università Jagellonica.

Cosa distingue gli abitanti dell’isola più grande del Mediterraneo da quelli delle altre regioni italiane? Esistono varie teorie. Una appartiene al giornalista dello storico quotidiano palermitano “L’Ora” Vittorio Nisticò che dice che i siciliani si dividono in quelli dello scoglio (che non possono immaginare di vivere lontano dalla Sicilia) e quelli del mare aperto (che lasciano l’isola senza problemi). L’altra, che mi sembra migliore e più precisa, descrive la sicilianità con il termine sicilitudine coniato dallo scrittore e pittore palermitano Crescenzio Cane e poi reso celebre da Leonardo Sciascia. Sicilitudine è una condizione dello spirito. Come scrisse Cane nel suo saggio del 1959, questo stato nasce dalla paura e dalla solitudine che assalgono chiunque viva in Sicilia, terra di illusioni e delusioni, di impulsi e tirannie: prima il fascismo, poi la mafia. Secondo Sciascia, è anche una malinconia venata di dolcezza, un senso di fragilità bilanciato da una reazione istintiva e onesta a ciò che non ci piace e a ciò che vorremmo cambiare. È una profonda consapevolezza di sé, una spinta all’azione e alla conoscenza, il segno distintivo di una civiltà che non si arrende alle difficoltà. Se la sicilitudine è paura, lo è paura nel senso positivo. È il coraggio di stare in guardia e allo stesso tempo di rischiare. E di sentirsi vivi.

Mi sembra che queste parole descrivano perfettamente le donne che incontriamo nelle pagine del libro di Savatteri, il cui tratto comune è certamente la voglia di agire e di cambiare il proprio destino. Insieme all’autore, facciamo un viaggio nel tempo per incontrare santa Rosalia, patrona di Palermo, Franca Viola, simbolo dell’emancipazione femminile, la giornalista e scrittrice Giuliana Saladino, la “vecchia dell’aceto” che nel Settecento preparava le pozioni per avvelenare i mariti, la cantante Rosa Balistreri e l’editrice Elvira Sellerio, nonché la ribelle Goliarda Sapienza e tante altre grandi donne. Savatteri mostra la loro indipendenza, la loro natura intransigente e il loro enorme coraggio. Sono donne capaci di opporsi alla mafia, di lottare per la giustizia e di cambiare abitudini che le danneggiano. Sono un ottimo esempio per tutti nel mostrare che non sempre sono necessari gesti eroici, a volte è sufficiente iniziare con i cambiamenti nel nostro ambiente immediato per cambiare le sorti della storia.