Lucia Morgantetti
Monika Pastuszak è una donna dalle mille idee e mille iniziative. Oltre al suo lavoro e al grande impegno di “mamma” per suo figlio Krys, coltiva i suoi hobby dando sempre il massimo di se stessa. Recita, balla ma soprattutto ama fissare le sue emozioni attraverso l’obiettivo della macchina fotografica per riuscire a trasmetterle agli altri. La sua nuova mostra che si aprirà il 26 ottobre prossimo questa volta sarà dedicata al Tango.
Il Tango fece la sua comparsa nei sobborghi di Buenos Aires intorno al 1880. Nulla si sa di come sia nato, persino l’etimologia è del tutto incerta, ne vi è un nome, una data, un episodio particolare che sia legato al suo esordio. Apparve all’improvviso come una sorta di linguaggio comune della gente di Buenos Aires, folle di immigrati italiani, spagnoli, tedeschi, russi, polacchi, ungheresi, famiglie numerose che abitavano fianco a fianco nei grandi conventillos, nei cui cortili le note e i passi univano le persone più di quel castigliano sgrammaticato che ciascuno si sforzava di parlare.
A generare il tango fu dunque il seme dell’esilio, la memorie di danze, ritmi e melodie, un miscuglio di culture che testimoniavano le vite passate. Questi emigranti che provenivano dall’Europa, ma anche da altri continenti, erano giunti in un vastissimo paese che aveva bisogno delle loro braccia per crescere, molti di loro si fermarono nella periferia di Buenos Aires, capitale in forte espansione, lì si incontrarono con la popolazione locale, anch’essa emarginata e lì dovette giocoforza realizzarsi una babelica convivenza. L’Argentina delle origini era stata sostituita con un altro paese ed era priva di un’identità definita e di un forte immaginario collettivo consolidato. Il tango diventa quindi mito fondativo di una identità nazionale che al tempo stesso le comprendeva e le racchiudeva tutte definendo una multi-identità.
La chiave di volta nella diffusione del tango a livello mondiale fu il suo sbarco a Parigi, capitale del glamour e specchio di una società pluralista, in parte allegra e spegiudicata. Ai primi del Novecento questo ballo sensuale importato dall’Argentina, comincia a sottrarre spazio in Europa al valzer e alla polka. Di fronte alle interdizioni richieste dalle autorità ecclesiastiche parigine perché considerato scandaloso, si narra che il Papa veneto Pio X desse disposizioni affinché una coppia di ballerini di tango gli fornisse un’idea precisa del nuovo ballo, per valutarne direttamente, di persona, gli aspetti scandalosi. Avvenuta l’esibizione riservata di danza, il sommo Pontefice avrebbe detto:
«Mi me pàr che sia più bèo el bàeo a ‘ea furlana; ma no vedo che gran pecài ghe sia in stò novo bàeo!» |
(A me sembra che sia più bello il ballo della furlana; ma non vedo che grandi peccati vi siano in questo nuovo ballo!) |
Dispose perciò la revoca della sanzione ecclesiastica prevista per chi lo avesse praticato. L’episodio ha ispirato anche una nota poesia (Tango e Furlana) di Trilussa.
Com’è nata Monika questa idea di raccontare un ballo attraverso delle foto?
“L’idea di scattare queste foto è nata l’anno scorso a Trapani mentre stavo trascorrendo le vacanze. Dal momento che sono appassionata di tango argentino ho pensato di organizzare insieme ad un amico tanguero una serata dedicata al vino e al tango. Vino e tango insieme due elementi “inebrianti”.
Volevo cercare di far capire a tutti coloro che non hanno ancora provato questo tipo di ballo quali emozioni riesce a suscitare questa musica e la passione che si sprigiona ballandola.
Passioni e emozioni davvero uniche e difficili da raccontare a parole. Il tango trasmette equilibrio e delicatezza nei rapporti d’amore e allo stesso tempo riesce a far esprimere anche una profonda sensualità che non ritroviamo in nessun altro tipo di ballo.”
Quando è nata la tua passione per il tango?
“Il mio amore per il tango è nato due anni fa. All’inizio è stato per me solo un ballo. Probabilmente non ero pronta e non riuscivo a comprendere tutto quello che il tango deve e riesce a trasmettere. Con il tempo, ascoltando e ballando la musica di Astor Piazzola durante le serate che si chiamano “le milonghe”, sono riuscita a comprendere il messaggio…Chiudendo gli occhi ho cominciato a sentirmi un tutt’uno con la musica. Attraverso il tango, i suoi movimenti e suoi i passi, l’intero corpo riesce a fondersi con la musica e con il partner e a trasportare i ballerini in un mondo magico dove le sensazioni, le emozioni, la passione stessa riescono ad esprimersi liberamente.
Il tango è un ballo argentino. Sei già stata in Sud America?
“ Non sono ancora andata in Argentina ma spero di riuscire ad andarci un giorno per vedere e soprattutto godere del ballo dei ballerini professionisti argentini. Quando quel giorno arriverà riuscirò a realizzare al meglio i miei due sogni, le mie passioni: il tango e la fotografia”
Che cosa vuoi trasmettere al pubblico attraverso questa tua nuova mostra?
“Il progetto “Emocje tanga”, emozioni del tango, è dedicato a tutti coloro che amano la musica e la danza. Le foto di tre meravigliose coppie di ballerini siciliani, raccontano un viaggio percorso dall’alba a mezzanotte. Così come nasce il giorno e pian piano si evolve fino a trovare la sua conclusione nella notte così nascono anche gli affetti e l’amore. Amore per il tango ma anche amore per se stessi e per gli altri.
Credo che il tango argentino sia un mondo misterioso dove tutti dovrebbero provare ad entrare almeno una volta. Un mondo che arriva diretto dal cuore e al cuore.
Spero che attraverso la mia mostra ogni spettatore possa trovare qualcosa per se stesso, qualcosa che possa illuminare e arricchire di passione e sentimento la sua giornata, la sua quotidianità. Come il sole della Sicilia, la musica e il ballo hanno riscaldato e illuminato le mia”.
La mostra di Monika Pastuszak che si terrà presso la Scuola di Tango Argentino “Zlota milonga” ul. D?uga 44/50, ingresso dal parco Krasinski a Varsavia, si inaugurerà il 26 ottobre alle ore 18 e rimarrà aperta per un mese.
Zapraszamy!