Qualsiasi periodo dell’anno è buono per leggere. Editori e librai fanno a gara nell’offrire pubblicazioni che interessino gli amanti della buona lettura. Le imminenti lunghe serate autunnali e invernali così come il tempo del distanziamento e del silenzio, possono essere ravvivate da un buon romanzo poliziesco italiano: con una trama avvincente, organizzata attorno al crimine e alle indagini e alla scoperta del colpevole.
L’abbondante ”produzione” di questo genere e la popolarità degli autori di romanzi gialli in ogni paese e lingua sollevano domande sui motivi che spingono la nostra curiosità verso i lati oscuri della vita degli individui, della società o di un’epoca storica specifica. Quindi, sorge spontanea la domanda sulle verità contenute nelle storie – come potrebbe sembrare – basate sulla finzione.
Il fatto che questo genere in forte sviluppo (che ha già molti sottogeneri, come storie sensazionali, di spionaggio, storiche, poliziesche, noir, thriller, legal thriller) sia già stato apprezzato, è evidenziato da ricerche e da conferenze scientifiche ad esso dedicate: si è constatato che può essere portatore di contenuti più seri di natura sociologica, psicologica, culturale e filosofica.
Recentemente il genere dei gialli italiani è stato studiato e presentato in Storia del giallo italiano (Marsilio Editori, 2020) di Luca Crovi. Storia è una sorta di enciclopedia, ma con un approccio diverso e più leggero, ”assegnando alle opere e agli autori di cui tratta, ruoli da protagonisti e dando così vita a un vasto romanzo corale nel quale le molte voci si inseguono e dialogano, annodate, argomento per argomento, al filo logico, apparentemente casuale, della memoria: epoca, luogo d’azione per luogo d’azione, indagine per indagine.” (…) “In una parola: c’è tutto quello che rientra negli interessi degli appassionati del genere, ma anche dei comuni cittadini che, attraverso i romanzi gialli e noir, apprendono nozioni importanti su come si fanno, o piuttosto si dovrebbero fare, le indagini nel nostro Paese.” (3 settembre 2020 – Andrea Marini).
Sebbene l’età d’oro per questa specie cominci all’inizio del Novecento in molti paesi, con la popolarità raggiunta ad esempio dalle storie su Sherlock Holmes e i romanzi di Agatha Christie, e continui nel periodo tra le due guerre (il commissario Maigret, protagonista dei romanzi di Georges Simenon), il romanzo poliziesco in Italia è stato effettivamente creato e sviluppato dopo la seconda guerra mondiale. La situazione politica del periodo tra le due guerre non era decisamente favorevole a questo genere, in quanto “in contrasto con l’immagine positiva della società italiana che il regime intendeva veicolare.“
Oggi gli editori promuovono molti autori italiani di gialli, tanto diversi per stile e per argomento! Indubbiamente, la diversità è determinata anche dall’esperienza professionale degli autori: molti di loro scrivono romanzi, mentre esercitano un’altra professione, completando perfettamente gli argomenti trattati, in quanto giornalisti, politici, scienziati, avvocati e attori. Ognuno di loro conosce la realtà di cui scrive e sembra essere pienamente responsabile del contenuto e della parola, conoscendone il potere, quindi si tratta di autori – a mio avviso – pienamente credibili.
Gianrico Carofiglio, autore di romanzi di successo del genere legal thriller, è sicuramente consapevole che “le sue tre attività così diverse [procuratore, parlamentare e scrittore] hanno a che fare con la parola. In effetti, mostrano il potere e l’autorità delle parole, e questo crea l’obbligo di usarle in modo responsabile per dire la verità in varie forme e contesti”, (Con parole precise. Breviario di scrittura civile, settembre 2015).
Allora che ”verità” rivelano, o stanno cercando gli autori italiani di gialli? Leggendo i loro libri troveremo le risposte a questa domanda. Ricordiamone alcuni: il siciliano Leonardo Sciascia (Il giorno della civetta e A ciascuno il suo) fa capire al lettore che la verità non è mai così semplice come può sembrare, e risolvere un mistero criminale non porta il sollievo che ”la giustizia vince”. Il nome della rosa di Umberto Eco – un vero capolavoro per il lettore preparato – è anche un giallo storico, con un’azione ambientata nel Medioevo. Eco ha utilizzato la forma classica di un romanzo deduttivo per includere numerosi riferimenti alla semiotica, all’analisi dei testi biblici, agli studi sul Medioevo, alla politica e alla filosofia.
Gli anni Ottanta segnano l’inizio della popolarità internazionale dei romanzi di Andrea Camilleri: il loro protagonista, il commissario Montalbano, ha avuto successo anche grazie all’ottima serie televisiva. I romanzi di Camilleri (Le ali della sfinge, Il cane di terracotta, Il campo del vasaio) presentano metodi di indagine assai particolari e le complessità della psiche criminale di vari personaggi, in un contesto autentico siciliano, con un linguaggio vivo e sanguinoso degli interrogatori, sullo sfondo della realtà socio-politica della regione. Con numerosi passaggi e inclusioni nel dialetto siciliano, trasmettono molte informazioni e pettegolezzi. Montalbano è anche un buongustaio, quindi l’autore non risparmia descrizioni di specialità siciliane. Giorgio Scerbanenco, ‘il principe del noir’ (I milanesi ammazzano al sabato, Traditori di tutti), Carlo Lucarelli (L’estate torbida, Il genio criminale, Carta bianca), Giorgio Faletti (Io uccido, Io sono Dio), Massimo Carlotto (Il mondo non mi deve nulla, Nessuna cortesia all’uscita), Maurizio De Giovanni (I Bastardi di Pizzofalcone), Donato Carrisi (La ragazza nella nebbia, L’uomo nel labirinto), Giancarlo De Cataldo (Romanzo criminale, I traditori), Roberto Costantini (Tu sei il male, Le radici del male e altri, con il protagonista il commissario Balistreri), Antonio Manzini (Pista nera, Ah l’amore l’amore), Ilaria Tuti (Fiori sopra l’inferno, Ninfa dormiente) salita alla ribalta autrice di romanzi ambientati nella realtà geografica e storica locale del Friuli Venezia Giulia.
Non si può dare un elenco completo di autori italiani di gialli di successo, che spesso vengono anche trasposti sullo schermo televisivo, tanto che alcuni dei personaggi occupano ormai un posto fisso nell’immaginario collettivo di lettori e telespettatori.
L’opera di Gianrico Carofiglio, sopra citato, mi sembra particolarmente interessante: il lettore dei romanzi di Carofiglio ha l’impressione che il racconto avvincente sull’indagine sia solo un’occasione per l’autore per riflettere sulla giustizia e sul sistema giudiziario, sul diritto e soprattutto sull’attività di chi lo rappresenta (La regola dell’equilibrio), sull’atteggiamento etico e sulla grande importanza e potere dei loro strumenti di lavoro, ovvero la parola e la lingua. Gli ultimi libri di Carofiglio, in particolare La misura del tempo, finalista al Premio Strega 2020, e Con i piedi nel fango. Conversazioni su politica e verità (2018) e il recente Della gentilezza e del coraggio (settembre 2020) dimostrano l’impegno dell’autore nella vita pubblica e il suo senso di responsabilità nei confronti della parola al servizio della verità.
Ho scelto solo alcuni autori italiani di gialli. Molti romanzi sono stati tradotti in polacco, quindi scoprirli e leggere – in originale e in traduzione – non sarà difficile.
Oggi si ritiene che il romanzo poliziesco italiano, „pur nelle sue diverse declinazioni, nelle sue diverse espressioni gergali, negli scenari meno noti, dunque, mostra una grande vitalità e si afferma come l’unico genere letterario che sembra tenere in piedi il difficile e traballante mercato editoriale”. (Il romanzo giallo italiano: un fenomeno letterario di successo. Sololibri.net).