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Analisti dell’Istituto Economico Polacco (PIE) hanno affermato che la riduzione delle emissioni di anidride carbonica nei paesi dell’UE ammonterà al 14% entro il 2030, grazie alla parziale abolizione delle quote gratuite e all’introduzione della cosiddetta “carbon tax alle frontiere”. Tuttavia, in altre parti del mondo, le emissioni di anidride carbonica verranno ridotte solo dello 0,3%. Il PIE ha fatto riferimento al pacchetto “Fitfor55” presentato a metà luglio dalla Commissione Europea, in cui si propone di proteggere i produttori europei dalla concorrenza straniera, principalmente da quella asiatica. Innanzitutto, il pacchetto prevede l’introduzione della carbon tax alle frontiere, e in questo caso la Commissione Europea ha presentato diverse opzioni per introdurre questo tipo di tasse a partire dal 2026, dalla tassazione sotto forma di accise alla necessità di acquistare i certificati. Tuttavia, l’opzione preferita dalla Commissione Europea è la graduale introduzione dell’obbligo di acquistare certificati da parte degli importatori. Dal 2026, la quota di importazioni soggette a tale obbligo dovrebbe crescere del 10% all’anno, raggiungendo il 100% nel 2035. Gli esperti hanno notato che il gruppo più prezioso di prodotti importati nell’UE dai settori soggetti alla nuova tassa è quello riguardante l’acciaio e il ferro, con importazioni stimate a 36 miliardi di euro, seguito dall’alluminio (17 miliardi di euro). Il PIE ha osservato che questi sono anche i principali gruppi di importazione (acciaio e alluminio) per la Polonia (rispettivamente 2,3 miliardi di euro e 2,2 miliardi di euro). Secondo gli analisti la diminuzione delle importazioni dovuta all’introduzione della carbon tax potrebbe raggiungere il 12%, e “anche le esportazioni dai paesi dell’UE potrebbero diminuire in modo simile: il calo ipotizzato potrebbe raggiungere l’11% rispetto allo scenario di base”. Secondo il PIE queste riforme comporteranno enormi costi per l’industria polacca, stimati in circa 1.128 milioni di euro nel 2030. Alla fine, gli esperti hanno notato che nel caso della Polonia, l’impatto negativo di ciascuna opzione della carbon tax sarà il più alto, soprattutto quando si tratta dei gruppi delle famiglie più povere che potranno essere esposte alla povertà energetica.