Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl
I cambiamenti nel mercato del lavoro causati dalla pandemia rendono necessarie le nuove soluzioni riguardanti il lavoro a distanza. Pertanto, il Ministero del Lavoro ha annunciato nuove normative riguardanti gli stranieri impiegati in Polonia e agevolazioni per coloro che svolgono lavoro a distanza, soprattutto nelle città piccole. Come ha informato la viceministra dello sviluppo, lavoro e tecnologia Iwona Michałek, il ministero vuole che gli stranieri possano venire in Polonia facilmente e cominciare a lavorare qui, soprattutto in settori dove gli impiegati mancano. “Vorremmo proporli di portare qui le loro famiglie, di produrre il nostro PIL insieme a noi”. Il Ministero dello Sviluppo, Lavoro e Tecnologia ha posto in consultazione il progetto della legge sul lavoro a distanza. Secondo la proposta, il lavoro a distanza potrebbe essere svolto in modalità piena o ibrida, nel luogo indicato dal lavoratore e concordato con il datore di lavoro. Come ha spiegato la viceministra, il posto del lavoro può essere il luogo di residenza del lavoratore. Michałek ha aggiunto che anche le informazioni dettagliate sulle modifiche dell’assunzione di stranieri sono in fase di sviluppo. Come è stato presentato nel Piano Nazionale di Ripresa (Krajowy Plan Odbudowy, KPO), è prevista la riduzione del tempo necessario per ottenere i permessi di lavoro per gli stranieri. Anche le formalità amministrative saranno ridotte. Inoltre, è stato annunciato che le procedure saranno interamente elettroniche. “Ogni settimana gli imprenditori informano che sono a corto di personale e non solo nei settori come il commercio o le costruzioni, ma anche negli altri, come la teleinformatica”, ha informato la viceministra che ha anche sottolineato che i lavoratori dall’Ucraina o dalla Bielorussia sono valutati molto positivamente dai datori di lavoro. La viceministra ha anche fatto riferimento alla proposta di modifica del Codice del lavoro, che regolerebbe il lavoro a distanza. La proposta prevede la possibilità di controllare il lavoro a distanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il progetto prevede anche la creazione di centri locali di lavoro a distanza, che fornirebbero l’infrastruttura necessaria per questa modalità di lavoro ai cittadini delle città piccole. L’idea fa parte del programma “Polski Ład”. “Centri simili funzionano in altri paesi, soprattutto in Olanda, in periferia delle città. Se un lavoratore decide di lavorare a distanza, ma non ha la possibilità di svolgere il lavoro a casa, può usufruire di tali posti”, ha annunciato la viceministra. Il lavoro a distanza potrà essere svolto anche occasionalmente, 12 giorni all’anno.Il datore di lavoro sarà obbligato a coprire i costi direttamente connessi con svolgimento del lavoro a distanza, soprattutto quelli legati agli strumenti necessari per lavoro e i costi dell’energia elettrica. Dalla ricerca condotta da ING Bank Śląski risulta che circa 8 mln di polacchi hanno lavorato a distanza durante la pandemia. Il 55% dichiara che svolge un lavoro che rende possibile eseguirlo a distanza. Ciononostante soltanto il 22%, cioè circa 2 mln, dichiara che lavora a distanza a pieno tempo. La maggior parte lavora in modo ibrido. I risultati delle ricerca hanno dimostrato che le aziende che avevano introdotto il lavoro a distanza durante la pandemia, prevedono di continuare a usare questa modalità anche nel futuro.