Da umili origini verso grandi imprese. Andrea Ciccolella è un ragazzo di Feltre (città di circa 20mila abitanti in provincia di Belluno) del 1988 e quando è diventato Campione del Mondo di Tiramisù non aveva ancora compiuto 30 anni, precisamente nell’edizione 2017/18.
È l’unico ad essere riuscito ad imporsi come “singolo campione del mondo”, in una gara con 750 concorrenti internazionali, perché tutte le altre edizioni hanno avuto due vincitori: uno per la categoria “classica” ed uno per la categoria “rivisitata”. La categoria “classica” prevede la preparazione di un tiramisù con, appunto, ingredienti classici (biscotti savoiardi, uova, caffè, zucchero, mascarpone e cacao); quella “rivisitata”, invece, con tre ingredienti alternativi in aggiunta o in sostituzione a quelli originali (ad esempio utilizzando Pavesini o altri biscotti al posto dei tradizionali savoiardi). Non solo. Ciccolella detiene anche un altro record mondiale: quello di aver preparato l’unico tiramisù ricoperto di oro commestibile 24 carati. Nonostante i suoi mille impegni dovuti al grande successo, Gazzetta Italia è riuscita ad intervistarlo e vi porta a scoprire i segreti contenuti nel tiramisù più buono del mondo.
Com’è nata la tua passione per la cucina e per la pasticceria in generale?
È una passione che ho fin da quando ero piccolo, posso dire di essere cresciuto tra i fornelli, mio padre mi ha insegnato a fare le pizze, i dolci e altri piatti della cucina tipica del sud, mentre mia mamma del nord mi ha insegnato la cucina veneta; ricordo che a 6 anni ho fatto la mia prima pizza tutta da solo e le mamme dei miei compagni mi chiedevano la ricetta, da quel giorno non ho mai più smesso di cucinare; scelsi di fare la scuola alberghiera a Longarone (in provincia di Belluno) e feci uno stage al ristorante “Il Carro” di Duna Verde (a Caorle, in provincia di Venezia). Una volta finito lo stage, Luca Faraon, proprietario del ristornate, mi chiese di rimanere per la stagione estiva. Vide in me delle doti come pasticcere ed iniziò ad insegnarmi tutto quello che sapeva. L’anno successivo diventai capo partita (capo di un gruppo di chef) del settore pasticceria e così anche per i quattro anni successivi, devo molto a Faraon per tutto quello che so nell’ambito della cucina e della pasticceria.
Quando ha partecipato alla gara non eri un pasticcere di professione, cosa ti ha spinto a lanciarti in questa sfida?
Dal 2011 iniziai a lavorare in Luxottica ma la voglia di ritornare a fare il pasticcere era troppo forte, mi mancava e mi manca tutt’ora. Sono sincero: a quel mondiale inizialmente non volevo partecipare, avevo letto che stavano esaurendo le iscrizioni e si erano già superati i 700 iscritti, dentro di me dissi “che ci vado a fare? Con tutte quelle persone figurati se posso vincere!”. Poi il mio migliore amico, Matteo, insistette che dovevo iscrivermi in modo così pressante che mi convinse, partecipai quasi per fargli piacere. Da quel giorno e per i due mesi successivi iniziai a preparare tiramisù tutti i giorni perché volevo arrivare alla gara in condizioni tali da fare almeno una bella figura.
Ci puoi dire quali sono i tuoi segreti?
In molti mi chiedono quali siano i segreti del mio tiramisù, in verità segreti veri e propri non ce ne sono. Quello che è fondamentale è l’altissima qualità degli ingredienti e il loro bilanciamento per far sì che nessun ingrediente sovrasti l’altro. Importante è poi la scelta del tipo di ingredienti, per esempio utilizzo un mascarpone che abbia almeno il 45% di grassi. Ma soprattutto ci sono tante, tantissime, prove alle spalle con relativi assaggi per arrivare a quello che poi è stato il tiramisù vincente.
Perché secondo te la cucina e la pasticceria italiana sono così apprezzati in tutto il mondo, tanto da essere, insieme all’arte, alla moda, un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale?
Credo che la cucina e la pasticceria italiana siano famose nel mondo semplicemente perché i nostri piatti sono… buonissimi! Preparati con ingredienti di eccellenza. Quando si pensa alla cucina o alla pasticceria italiana si pensa alla qualità, alla tradizione, basti pensare a quanti piatti, dolci, ingredienti e vini contraddistinguono ciascuna regione italiana! E appunto abbiamo il tiramisù, il dolce più famoso al mondo è italiano (per la precisone Veneto).
La tua fama ormai ti precede e gli impegni sono innumerevoli, ma saresti disposto ad organizzare degli eventi live in cui è possibile assaggiare il tuo tiramisù in Polonia?
Certo! Perché no?! Se ci sono ristoranti, pasticcerie, bar e locali che hanno voglia di offrire qualcosa di nuovo al loro pubblico ed alla città in generale, possono contattarmi senza problemi, in Polonia vengo volentieri!
Com’è possibile contattarti?
Mi si può scrivere nei profili social, in particolare alla pagina facebook “Andrea Ciccolella – Campione del Mondo di Tiramisù 201/2018” e su instagram: rispondo sempre ai messaggi!
foto: Dominika Grabińska