Polonia, fine anni Ottanta, tramonto dell’egemonia sovietica, in una strada di campagna si consuma un tragico incidente stradale in cui muoiono tre persone, tra questi c’è un grande campione.
Parliamo di Gaetano Scirea, ex giocatore della Juventus e pilastro della Nazionale Italiana.
Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, intraprese la carriera di allenatore in seconda dell’amico e compagno di squadra Dino Zoff.
Ripercorrere la straordinaria carriera del giocatore, può essere cosa ovvia e scontata, ai tanti appassionati del calcio, e non voglio certamente farlo.
I giorni scorrono inesorabili, così come gli anni. È passato diverso tempo dal quel giorno, a volte certe situazioni rimangono impresse nella memoria, nella testa. E forse il mio entusiasmo per il calcio è scemato anche da quell’episodio.
Ero un “sfegatato” tifoso juventino, ogni partita, allora si giocava esclusivamente la domenica, era una “battaglia” con sfottò e battute salaci, con i miei numerosi fratelli e amici, rivali sportivi.
L’incidente automobilistico è ahinoi un evento frequente nella nostra società.
Ma a volte un incidente è diverso e per me quello occorso a Scirea lo fu. Un giocatore e un uomo che ha dato tante gioie e soddisfazioni, seppur effimere è vero, con lui c’era un piacere per il calcio come gioco che poi tanto “gioco” non è, e per lui non lo fu visto che la sua carriera si concluse in queste assurda maniera, un terribile incidente, in cui perse la vita.
Babsk era un piccolo paese di campagna, in Polonia, lontano da noi, e lontano da me, e chissà perchè un giorno questo paese mi è diventato familiare. 16 anni dopo quel tragico fatto, sono venuto a viverci in pianta stabile.
Babsk: una frazione, una strada, una chiesa, un fiume, la vita si consuma dietro tanti
sogni, tante speranze, ma in questo luogo il destino ha portato via per sempre Gaetano Scirea.
Babsk è al confine di due voivodati, nel cuore della Polonia, con neppure 700 abitanti. Una domenica pomeriggio di inizio settembre, questo dimenticato paese sale improvvisamente agli onori della cronaca internazionale per l’incidente mortale occorso a Gaetano Scirea indimenticato Campione del Mondo e capitano della Juventus.
Chissà quanti oggi a Babsk si ricordano di questo fatto.
Ma la memoria di Gaetano Scirea è viva. Sono sorte diverse iniziative a carattere benefico, e gli sono state dedicate vie, stadio, curve.
Ha lasciato tanto, anche per chi non era tifoso della Juventus, il grande giornalista Gianni Brera lo ricordò cosi: “Il povero Scirea era dolce e composto, di una moderazione tipica del grande artista. Non era difensore irresistibile né arcigno, era buono, ma completava il repertorio con sortite di esemplare tempestività, a volte erigendosi addirittura a match winner».”
Il 3 settembre 1989, Gaetano Scirea, l’interprete Barbara Januszkiewicz, l’autista Henryk Paj?k, perirono.