La Corte Costituzionale emette la sentenza in materia d’aborto, mondo politico diviso

0
222

Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Ieri pomeriggio la Corte costituzionale ha emesso un verdetto che definisce incostituzionale la legge che consente l’aborto in caso di malformazioni del feto, rafforzando ancora di più la legislazione anti-aborto in Polonia. Il tribunale ha accolto l’appello di 119 parlamentari di destra, secondo i quali la norma che consente la terminazione di gravidanza a causa di difetti fetali non è conforme alla costituzione. La legge sull’aborto polacca in vigore dal 1993 consente l’aborto solo in due altri casi: quando sussiste un rischio per la vita della donna e in caso in cui la gravidanza è frutto di violenza o incesto. Opposte come prevedibile le reazioni dei politici: “la Polonia finalmente garantisce la protezione giuridica della vita di ogni persona”, ha commentato la sentenza il viceministro della Giustizia, Michał Woś. Krzysztof Bosak, parlamentare del partito “Confederazione” ha scritto: “È stato emesso l’unico verdetto possibile. Peccato che dovessimo aspettare così tanto per ottenere giustizia.” Il resto dell’opposizione invece critica duramente tale sentenza. La vicepresidente della Camera bassa, Małgorzata Kidawa-Błońska (KO) ha detto: “Il verdetto della Corte costituzionale politicizzata significa l’inferno per le donne.” Secondo Kidawa-Błońska, i politici di destra hanno scaricato la responsabilità sulla Corte e li ha chiamati “vigliacchi”. Tomasz Siemoniak (KO) ha sottolineato che l’unica persona responsabile per la sentenza di oggi è Jaroslaw Kaczynski: “I giudici nominati dal partito sono solo strumenti obbedienti, privi di qualsiasi soggettività”. “Il 22 ottobre i diritti di donne sono finiti in Polonia.” ha detto Krzysztof Gawkowski, il presidente della Sinistra nel Parlamento. “Non è né politica né religione, è un delitto contro l’umanità”, ha aggiunto.