Duda riconfermato Presidente in una Polonia divisa

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Andrzej Duda ha vinto le elezioni presidenziali, riconfermandosi come presidente della Repubblica Popolare della Polonia. È stata una sfida all’ultimo voto contro l’altro candidato Rafal Trzaskowski, un’elezione che mostra chiaramente il clima che attualmente prevale in terra polacca.

Nel primo turno, svoltosi domenica 28 giugno, Duda aveva distanziato con un buon margine (13,5% di preferenze in più rispetto al secondo classificato) tutti gli altri candidati (undici in totale), pur non riuscendo ad ottenere il 50% più uno dei voti.

Al ballottaggio, che si è tenuto domenica 12 luglio, il rivale Rafal Trzaskowski (sindaco di Varsavia, liberale ed appartenente al partito P.O.) è riuscito ad accaparrarsi quasi tutte le preferenze degli altri candidati eliminati, ma ciò non è bastato per battere Andrzej Duda (membro del partito conservatore attualmente al governo PiS) che si è imposto con un margine di circa 2,5 punti percentuali riuscendo a riconfermarsi nel ruolo di presidente della Polonia.

Di seguito, il dettaglio delle votazioni del primo e del secondo turno:

La mappa delle preferenze mostra che nelle grandi città (con un’economia di taglio finanziario-liberista) Trzaskowski ha ottenuto più consensi, mentre nei centri medio-piccoli (dove prevale un’economia più tradizionale e agricola) ha prevalso Duda.

Analizzando il voto per fascia d’età risulta che i giovani abbiano preferito il candidato europeista mentre il segmento più anziano della popolazione si è schierato dalla parte sovranista.

Tuttavia, quest’ultimo, è un dato che va preso con cautela: proprio il governo di PiS di cui Duda è un esponente, infatti, per evitare che i giovani polacchi se ne andassero all’estero con la conseguenza di doverli rimpiazzare sul mercato del lavoro con immigrati (in Polonia ci sono tra i due ed i tre milioni di ucraini), ha istituito per legge l’esenzione dal pagamento delle tasse per tutti i polacchi che guadagnano meno di 85.528 zloty all’anno (ovvero all’incirca 20.000 euro) e che hanno meno di 26 anni.

Leva invece determinante per il successo politico di Duda e del PiS è stata l’aver mantenuto le promesse elettorali: dai bonus di 500 zloty al mese per ogni figlio, alla riduzione dell’età pensionabile passando per la tredicesima mensilità per i pensionati.

La popolazione, vedendo mantenute le promesse elettorali, ha dato fiducia al governo a guida PiS per il secondo mandato consecutivo confermando una percentuale di consenso pari a circa il 60%.

Proprio la Polonia, inoltre, stando alle analisi di Bloomberg, Commissione Ue ed Unicredit, è stata il miglior Paese europeo per reazione alla crisi da coronavirus. L’Istituto bancario ha anche aggiunto che la situazione dei nuclei familiari polacchi prima della crisi era la migliore nella storia del Paese.

Altre confermano in merito al buon operato del governo polacco arrivano dal Ernst Hillebrand, politologo capo della Friedrich Erbert Foundation, e dal quotidiano tedesco “Die Welt”, i quali individuano in sovranità monetaria, alta domanda interna con bassa dipendenza dall’estero in ogni settore dell’economia ed un’immigrazione controllata le chiavi del successo.