Lino Ieluzzi

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Il suo negozio Al Bazar in via Scarpa 9 a Milano funziona sin dall’inizio degli anni Settanta. Inizialmente fu un boutique con abbigliamento alla moda, ma dopo tre anni  Lino Ieluzzi ha deciso di cambiare strategia e diventare noto per quello che lo distingue ancora oggi: abiti, cappotti, cravatte, papillon, scarpe… ovvero tutto ciò che può desiderare un uomo di classe! Al Bazar è conosciuto dai dandy di tutto il mondo; Lino  è seguito su Instagram ormai da 74 mila utenti e non appena appare alla fiera Pitti Uomo tutti i fotografi sono pronti a seguirlo per fotografare il suo outfit. Ieluzzi è una fonte d’ispirazione per uomini di tutte le età, mostrando come migliorare il proprio image e vestirsi bene magari con un pochino di disinvoltura. Ho deciso di passare al suo negozio e fare due chiacchiere accompagnati da un buon caffè e una sigaretta.

Come definirebbe la parola “sprezzatura”?

Vestire con sprezzatura vuol dire essere elegante per ogni occasione, ma con disinvoltura. Significa non sentire un peso o una costrizione per ciò che si indossa. Vestire divertendosi e facendo uscire allo scoperto la propria personalità!

Negli ultimi anni si nota nei giovani uomini un forte interesse per la moda classica. Lei che è una leggenda del settore, cosa ne pensa?

I giovani, nonostante l’esperienza che ancora devono crearsi col tempo, grazie agli errori e ai successi, hanno un pregio: oggi più di ieri, hanno una grande voglia di apprendere!

Ultimamente abbiamo assistito alla fiera Pitti Uomo. Qual è secondo Lei il futuro della fiera e della moda maschile in generale?

Non so dire come sarà Pitti tra 10 anni. Personalmente spero che questa fiera potrà nel futuro continuare a tenere salda la sua origine fiorentina, e, perchè no, il suo contesto d’eccezione all’interno della Fortezza da Basso. Un posto speciale che rende la fiera ancora più unica nel settore della moda internazionale. Tra l’altro parliamo di una fiera famosa e frequentata da addetti al settore provenienti da tutto il mondo. Del resto si sa, Pitti non è più importante solo come esposizione ma sta divenendo sempre più un’occasione unica per conoscere gente, fare pubbliche relazioni e avviare collaborazioni produttive.

Quale sartoria preferisce: inglese o italiana?

Ma sicuramente quella italiana perché noi abbiamo legato ad essa la passione che ci distingue ancora oggi. La sartoria è la nostra vita e questo fa la differenza.

Non si sa molto della Sua vita privata. Quali sono le Sue passioni? Oltre alla moda maschile e al Suo amico a quattro zampe, ovviamente… 

Le mie passioni hanno da sempre avuto un ruolo importante nella mia vita. Da giovane, sono state le stesse passioni che ancora oggi continuo ad avere, a spingermi ad iniziare a lavorare, svolgendo anche più lavori contemporaneamente, per poterle soddisfare. Oltre al mio fantastico compagno d’avventura Tommy e all’abbigliamento, spazio dalla passione per gli orologi alle penne, dagli accendini alle auto.

Cosa possono imparare i polacchi e il resto del mondo dagli italiani per quanto riguarda il vestire?

Sicuramente la sicurezza e il divertimento nel vestire, l’abbinare i colori, la cosa in assoluto più difficile, e capire che le regole non esistono: esiste solo il buon gusto.

Consigli per i dandy principianti?

La parola d’ordine è divertirsi. Chi vuole vestire deve sentirsi libero di scegliere ciò che più lo fa sentire meglio e lo fa divertire al tempo stesso. Mai vestirsi per dovere. Vestire dev’essere un gioco e perchè no, osando, giocando un po’ con i colori!

Qual è il Suo ristorante preferito a Milano?

Milano è una città davvero ricca di buoni ristoranti quindi non è facile dare una risposta. Tra gli altri Cacio e Pepe propone un’eccellente cucina romana (i carciofi alla romana e un’ampia scelta di primi sono sicuramente tra le mie scelte), Sale Grosso propone invece piatti a base di pesce di qualità, mentre la Langosteria offre piatti molto ricercati.