Una giornata di emozioni in Trentino attraverso un percorso panoramico mozzafiato. Il massimo è stato percorrerlo in motocicletta, e in effetti quando i centauri superano, con le loro maxi moto, fanno venire un po’ di invidia agli automobilisti, costretti a restare diligentemente in fila rinchiusi nelle loro auto impermeabili ai profumi delle resine degli alberi, dell’erba e di quanto si libera nell’aria tersa della montagna.
Si sale per il Cadore costeggiando la muraglia di cime dolomitiche che fanno da corona alla valle dell’Ansiei, sulla quale si snoda il Fiume sacro alla Patria, il Piave. Cime che comprendono i Cadini di Misurina, le Tre Cime di Lavaredo e la Croda dei Toni. Nel 1931 è stata realizzata una diga che ha aggiunto al paesaggio un lago stretto dal nome della località di Auronzo che vi si affaccia. Dirigiamo quindi le moto alla volta del passo Gardena che raggiungiamo sfilando nella fascinosa Val Badia disegnata a ovest dalle cime del Parco naturale di Fanes-Sennes-Braies. Foto di rito sul valico verso il passo Sella dove il gruppo montuoso del Sassolungo fa battere il cuore con i 3115 metri di altezza del Sasso Levante, il più alto, affiancato dal centrale Cinque Dita con vicino il più tozzo Spallone.
Dopo aver trovato parcheggio abbiamo potuto affrontare la pianeggiante escursione di circa un’ora al Rifugio Emilio Comici ai piedi del Sassolungo, con vista magnifica sul fondovalle. Uno dei punti di forza del Trentino, per i motociclisti, è il poter scegliere il percorso secondo il livello di difficoltà più adatto alle proprie esigenze. I motociclisti più esperti troveranno pane per i loro denti nel valicare i passi con decine di tornanti e curve a fianco di scoscesi dirupi. Ma anche i motociclisti con mogli o fidanzate al seguito potranno godersi appieno panorami e natura strabilianti. Pochi chilometri di tornanti, discesa e salita separano il passo Sella dal Passo Pordoi, imperdibile meta. Dal valico è impressionante guardare la funivia salire quasi in verticale fino ai 2950 metri di quota della terrazza naturale del Sass Pordoi da dove è possibile ammirare in tutta la sua interezza una delle formazioni rocciose a mio parere più belle al mondo. In soli quattro minuti si è catapultati in uno scenario lunare dove le sfumature del bianco e del grigio la fanno da padrone, le pareti verticali somigliano a delle cattedrali e le profonde gole ricordano il Grand Canyon statunitense.
Chiudendo gli occhi si può immaginare questo scenario migliaia di anni fa, quando tutto era gelosamente custodito dal mare. Da Sass Pordoi, a chi volesse compiere un’escursione difficile da dimenticare, il suggerimento di salire al Piz Boè, che con i suoi 3152 metri di altitudine è la vetta più alta del Gruppo del Sella. La bellezza del panorama è commovente per l’armonia che si crea fra il verde delle vallate, le sontuose cime e l’azzurro del cielo. Dopo una cospicua scorpacciata di passi scendiamo ad Arabba per poi scollinare sul basso valico di Campolongo e quindi ridiscendere in Val Badia. Merita una sosta il paese di Badia, lungo la strada statale 244, da dove ammirare ancora una volta le montagne del Parco naturale di Fanes-Sennes-Braies. Un’ultima emozione prima di salutare, almeno per quest’anno, le abbaglianti vette delle Dolomiti.