La prima macchina elettro-meccanica per cifrare e decifrare messaggi in codice venne creata da due ingegneri tedeschi alla fine della Grande Guerra. Queste macchine, a cui fu dato il nome di Enigma vennero impiegate dagli anni Venti nella corrispondenza d’affari e poi anche in quella diplomatica e militare. Fino alla fine della seconda guerra mondiale i tedeschi furono convinti dell’inviolabilità delle comunicazioni che avvenivano attraverso l’uso di queste macchine, i cui codici erano costantemente migliorati. In realtà, grazie al lavoro di matematici polacchi, gli Alleati erano riusciti ad avere accesso alle comunicazioni dell’intelligence militare nazista.
La macchina Enigma assomigliava a una banalissima macchina da scrivere: i suoi rotori traducevano i caratteri del testo originale in una serie di lettere apparentemente prive di senso che venivano spedite in forma di telegramma. Il destinatario aveva bisogno di una macchina dello stesso tipo e di una chiave per decifrare il messaggio. Le combinazioni dei tasti e dei rotori erano tali da convincere i britannici e i francesi dell’inviolabilità del codice. Tuttavia, quando il Terzo Reich introdusse le macchine Enigma in ambito militare, decifrarlo divenne una priorità per la sicurezza nazionale della Polonia.
I servizi polacchi organizzarono corsi di crittografia all’Università di Poznań e arruolarono gli studenti migliori, i matematici Marian Rejewski, Henryk Zygalski e Jerzy Różycki. Nel 1931 i francesi ottennero piani su Enigma che, in quanto parziali, non seppero usare. Decisero comunque di condividerli con i polacchi. Sperimentando con la versione commerciale di Enigma e sviluppando propri modelli di lavoro, Rejewski riuscì a capire come veniva modificata la chiave di cifratura dei messaggi. Grazie alle analisi matematiche dei polacchi, Enigma iniziò a svelare i suoi segreti. Entro la fine del 1932 venne decifrato il primo telegramma. I tedeschi cambiarono i metodi di cifratura, le chiavi e il numero e la tipologia dei rotori, ma i matematici polacchi non si diedero per vinti. Questa rincorsa continuò fino al 1938, quando Enigma era diventato così complicato da richiedere l’uso di 60 potenti macchine chiamate “bombe crittografiche” per decifrare i telegrammi. Nel luglio 1939 i polacchi condivisero il frutto del loro lavoro con i francesi e i britannici. Questi ultimi proseguirono l’attività di decifrazione autonomamente, nel centro segreto di Bletchley Park.
Sia la definitiva violazione di Enigma, sia il vitale contributo dei polacchi rimasero segretati fino agli anni Settanta. Nuove versioni di Enigma vennero utilizzate da molti paesi in via di sviluppo anche dopo la guerra.