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Si è aperta stamattina a Varsavia la due giorni di workshop sulla gioielleria organizzata dall’ICE. Un evento che offre al settore italiano della gioielleria l’occasione di incrociare operatori provenienti da tanti paesi dell’Europa Orientale, oltre naturalmente ai buyer polacchi. “In Italia spesso non si ha la percezione della forza economica e del grande potenziale di sviluppo della Polonia”, ha dichiarato l’Ambasciatore Alessandro De Pedys intervenendo all’incontro con le 34 aziende italiane che espongono i loro prodotti a Varsavia. De Pedys ha quindi ricordato l’importanza dell’interscambio tra i due paesi: “la Polonia è l’ottavo mercato di export per l’Italia, un paese che sulla nostra bilancia commerciale conta più di Turchia, Giappone e Russia.” Il direttore dell’ICE Antonino Mafodda ha poi approfondito il tema della gioielleria: “La domanda di gioielli in Polonia riguarda soprattutto articoli in argento e ambra, materiali di cui il Paese vanta grande disponibilità e una lunga tradizione in termini di lavorazione. Gran parte della produzione polacca viene esportata e la domanda interna di gioielli è sempre più interessata ai prodotti di importazione e in particolare ai prodotti Made in Italy che sono ritenuti di alta gamma, soprattutto per quanto riguarda le catene d’oro e d’argento. I consumatori polacchi preferiscono nettamente il negozio di gioielleria (85%) e la bottega orafa artigianale (18%). L’e-commerce mostra forti dinamiche di sviluppo, anche se il suo utilizzo riguarda ancora prevalentemente la promozione dei prodotti. Il consumo dei coralli e cammei è invece ancora limitato. Da segnalare che il sistema distributivo polacco è concentrato in alcune grandi aziende leader che veicolano oltre il 30% delle vendite al dettaglio.” Al workshop di Varsavia sono presenti 34 aziende provenienti da tutta Italia e oltre 60 operatori del settore arrivati da 15 paesi limitrofi: Albania, Armenia, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Kosovo, Lituania, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Romania, Russia, Serbia e Ucraina.