Caso Garibaldi, lettera alla prof. Lulkowska

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Spettabile dottoressa Jolanta Lulkowska

Direttrice della Scuola Elementare n° 29
ulica Fabryczna 19, 00-446 Varsavia

In qualità di direttore di Gazzetta Italia ritengo mio dovere di italiano, ma anche di giornalista che lavora in Polonia da anni, prendere posizione – associandomi pienamente alla lettera inviatale nei giorni scorsi dall’Ambasciatore d’Italia Alessandro De Pedys – sulle esternazioni sulla figura di Giuseppe Garibaldi da lei rilasciate pubblicamente ad un mezzo di comunicazione.

Giuseppe Garibaldi è una figura internazionalmente così nota e apprezzata che veramente non è necessario ribadire il fondamentale ruolo di questo personaggio nell’aver contribuito, in un secolo cruciale dell’evoluzione politica e sociale come fu l’Ottocento, alla formazione e presa di coscienza dei cittadini e dei popoli di quei diritti e di quelle libertà che col tempo si affermeranno come principi fondamentali per la creazione di qualsiasi comunità sociale democratica.

Garibaldi, cui sono dedicate piazze e istituzioni in molti paesi del mondo, dall’Uruguay alla Francia, dall’Italia alla Polonia, al di là delle sue imprese militari, svolte sempre al fianco del popolo e non delle casate nobiliari e dei Re, era un seguace degli ideali Mazziniani, ovvero di quella visione politica, all’epoca di grande avanguardia progressista, che sosteneva il compimento del processo di separazione dei poteri tra Stato e Chiesa e il pieno rispetto delle libertà di opinione, comprese quelle religiose. Garibaldi era un mazziniano e quindi un repubblicano, assolutamente interclassista in campo sociale e liberale in materia di diritti umani. Una persona che non corrisponde quindi alla descrizione di Garibaldi come “avventuriero, pirata e antisemita” da Lei fatta alla Radio Dla Ciebie.

Garibaldi fu un eroe di quell’epoca risorgimentale che peraltro vide l’Italia e la Polonia accomunate nello spirito e nelle rivolte per la libertà dei cittadini e la costituzione di una patria libera. Ovvero di quegli ideali che ricorrono in entrambi gli inni nazionali di Italia e Polonia, quegli stessi ideali che videro combattere Garibaldi e Adam Mickiewicz per la difesa della Repubblica Romana e che spinsero un garibaldino come Francesco Nullo ad organizzare una legione di 600 volontari per combattere al fianco dei polacchi contro la Russia, sacrificando la propria vita per un ideale superiore di libertà dei popoli.

Questi fatti rientrano tra quegli episodi storici che dovrebbero essere promossi tra le giovani generazioni proprio quali esempi di sacrificio per l’affermazione degli ideali democratici e liberali, un compito che spetta in primo luogo proprio alle scuole, indipendentemente dal fatto che siano dedicate o meno a Garibaldi.

Chiudo con una nota personale di cui vado orgoglioso, ovvero l’essere il responsabile da otto anni di una redazione italo-polacca che quotidianamente crea informazione con il quotidiano online Polonia Oggi e la rivista Gazzetta Italia che negli anni si è caratterizzato come strumento mediatico di promozione delle relazioni italo-polacche, tant’è che se la cosa vi fosse gradita possiamo con grande piacere venire a parlarvi delle antiche profonde relazioni tra Italia e Polonia.

Cordiali saluti

Dott. Sebastiano Giorgi

Direttore di Gazzetta Italia