Le vacanze si avvicinano e tanti giovani stanno pensando all’organizzazione dei tre mesi più belli dell’anno. Dalla fine di maggio all’inizio di giugno, ogni anno cresce l’interesse ai viaggi di tipo au pair. Questo modo di passare il tempo non è molto popolare fra i giovani polacchi e per questo vorrei raccontare qualcosa in più sui viaggi au pair.
Il fenomeno alla pari è un programma di scambio culturale per giovani e soprattutto studenti, destinato a chi ha un’età tra 18-26 anni. Lo scopo principale è l’educazione culturale: nei vari programmi i giovani sono costretti a partecipare ai corsi di formazione o di lingua, naturalmente tutto dipende a quale agenzia ci si rivolge. Invece, per quanto riguarda le condizioni dell’iscrizione, è necessario sapere che bisogna conoscere almeno una lingua: l’inglese o la lingua straniera del paese dove si vuole andare. Un vantaggio per chi si iscrive al progetto è anche quello di possedere la patente e avere esperienza e facilità nel contatto con i bambini. Chi viaggia alla pari è una persona che sarà poi trattata come un membro della famiglia e che dovrà prendersi cura dei bambini. In cambio del lavoro con i bambini si ha un piccolo guadagno, oltre a vitto e alloggio, mentre eventuali altri benefit dipendono dalla volontà della famiglia ospitante. Le regole possono essere diverse ma di solito tutti rispettano una sorta di codice non scritto in cui gentillezza e ospitalità hanno la massima importanza. Le famiglie aiutano il loro ospite ad ambientarsi e lo introducono ai doveri presentando le loro abitudini quotidiane e dando consigli riguardanti il funzionamento della casa. Fra i doveri della persona au pair ci sono: la preparazione dei bambini per andare a scuola, l’aiuto con le lezioni e i compiti di casa e, fra i piaceri, ci sono i giochi con bambini e uscite al parco, nel giardino o in gelateria. Il compito principale di un giovane alla pari è quello di occuparsi dei piccoli quando i genitori escono.
La maggior parte delle famiglie rispetta la regola non scritta secondo cui durante il soggiorno il giovane au pair è trattato come un vero membro della famiglia e quindi non si deve preoccupare delle spese, dei biglietti e dei piccoli costi quando esce con la famiglia. Ma basta con la teoria, passiamo alla pratica.
Dalla mia esperienza so quanti dubbi si possono avere prima di partire, specialmente quando si va per la prima volta all’estero. Per stare più tranquilli suggerisco di mettersi in contatto con la futura host family. La soluzione migliore è forse quella di parlare via skype perchè così si conosce tutta la famiglia, l’importante è parlare con tutti i membri ma soprattutto con i piccolini. Io ho fatto così e grazie a questa opportunità ho preso la decisione giusta. Della stessa opinione è anche la mia amica Marta, che è già stata più volte ragazza alla pari in Italia. Proprio lei mi ha raccontato della sua esperienza e mi ha dato dei consigli utili. Le conversazioni via skype sono importanti anche per la famiglia che ci affiderà i loro tesori più preziosi dandoci fiducia e invitandoci a casa loro.
Quando si parla con le ragazze au pair la parola che viene ripetuta più spesso è “nostalgia”. Il periodo del soggiorno dipende da noi e dalla famiglia, se c’è necessità ovviamente si può tornare prima del tempo previsto. Cosa fanno le ragazze che sentono nostalgia e hanno mancanza di casa? Marta raccomanda di trovare nuovi amici e mantenere i contatti con loro, chi potrebbe capirti meglio che un’altra au pair? Se una ragazza si sente male o triste in ogni momento può scrivere a qualcuno su uno dei gruppi di Facebook. Grazie a questo si può andare a prendere il caffè insieme o fissare appuntamenti, oppure progettare i viaggi insieme. Inoltre Facebook può essere utile quando si cerca aiuto o quando si vuole cambiare famiglia. Ci sono decisamente più lati positivi nell’essere au pair, soprattutto perchè si ha l’opportunità di conoscere un’altra cultura, la cucina e la gente. Le ragazze che hanno scelto l’Italia come destinazione dell’esperienza au pair, parlano dell’ospitalità e di come erano benvenute in famiglia. Ogni au pair viaggia e visita posti interessanti, scopre luoghi sconosciuti, spesso per caso, e per questo è un’esperienza incredibile. Inoltre, durante i viaggi, si conoscono nuove persone che poi diventano amici e con cui spesso si mantengono i rapporti per tutta la vita. Delle nostre avventure italiane potremmo parlare per ore.
Non dimenticherò mai le emozioni durante le partite di calcio che abbiamo guardato con i piccoli. Sono stata ospitata da una famiglia romana tifosa della Roma, dunque per forza anche io col tempo sono diventata romanista. Ho insegnato ai bambini come si pronunciano i nomi dei giocatori polacchi che sono difficilissimi per gli italiani (Szczęsny o Błaszczykowski) e loro mi hanno insegnato il linguaggio sportivo. La famiglia nella quale sono stata prima di me ha ospitato una ragazza americana che, dopo il soggiorno a Roma, ha aperto un ristorante italiano negli Stati Uniti. Lei ha sfruttato l’occasione e durante il soggiorno prendeva appunti, scriveva le ricette che le piacevano e osservava come i cibi sono preparati dagli italiani. Dopo aver parlato con le ragazze au pair tutte, all’unanimità, ammettiamo che stare in una famiglia italiana ci arricchisce non solo di capacità culinarie, ma anche di qualche chilo di troppo….ma per questi sapori vale la pena ingrassare! Ogni ragazza ha portato in Polonia qualche ricetta dei cibi preferiti assaggiati in Italia e adesso i piatti italiani sono la nostra specialità.
Tutte le ragazze apprezzano le opportunità linguistiche, non c’è possibilità migliore per imparare una lingua straniera di un viaggio all’estero e di una cosiddetta immersione totale nella lingua e cultura che ci interessa. Vivendo con la famiglia si toccano temi diversi, dal piccolo resoconto della nostra giornata fino alle novità dal mondo.
Il lavoro con i bambini è un’esperienza di grandissimo valore perchè utilizziamo la lingua ogni giorno, le persone che hanno paura di parlare cominciano a comunicare fluentemente e velocemente per reagire alle azioni dei bambini. Il contatto con i piccoli rende l’apprendimento veloce ed è un’esperienza di valore perchè proprio i bambini sono i migliori insegnanti.
Oltre all’amicizia e a nuove capacità, si torna anche con tantissimi buoni ricordi immortalati dalle foto. Vivendo alla maniera italiana, conoscendo i costumi della regione sicuramente arricchiamo la nostra conoscenza della cultura italiana e, come è noto, l’appetito vien mangiando. Italia non significa solo pizza, caffè e gelati, ma soprattutto persone ospitali che creano sempre un’atmosfera indimenticabile a tal punto che poi tutti vogliono tornare.