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Lech Walesa dichiara di non aver mai collaborato con SB e che le cartelle di “Bolek”, trovate a casa di Kiszczak sono state falsificate. Walesa non ha ancora visto tutti i documenti, ma solo alcuni trafiletti disponibili su internet; ad ogni modo, come dice, non è mai stato in contatto con i nomi riportati sui documenti. L’IPN ha inviato a Lech Walesa una notifica ufficiale per informarlo che potrà visionare i documenti, secondo la legge sull’IPN, per cui chiunque può avere accesso alle proprie cartelle e aggiungere alcune informazioni o spiegazioni. Le cartelle di Bolek sono state pubblicate lunedì scorso e, come dichiara il presidente di IPN Lukasz Kaminski, i documenti saranno sottoposti ad analisi e verifiche, anche di tipo grafologico. Secondo Walesa gli agenti di SB potevano falsificare i documenti per poter ottenere alcuni benefici materiali e personali: sulla questione, giovedì scorso l’IPN ha aperto un’indagine. L’altro ieri a Varsavia si è svolta una manifestazione del KOD (Comitato di difesa della democrazia); uno degli obiettivi era quello di mostrare solidarietà a Lech Walesa.
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