La strada per Menfi e Tebe passa per Torino

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«La strada per Menfi e Tebe passa per Torino». Queste furono le parole pronunciate dal più grande decifratore dei geroglifici egizi, Jean-François Champollion, che giunse a Torino nel 1824 per lo studio delle collezioni del Museo Egizio appena aperto. Ed in questo mese d’aprile 2015 il Museo delle Antichità Egizie di Torino, sale alla ribalta mondiale, grazie all’inaugurazione dei suoi nuovi suoi spazi espositivi, passati da 6.500 a oltre 12.000 mq. Un museo che, oltre ad essere uno dei musei più visitati d’Italia, è l’unico al mondo, insieme a quello del Cairo, interamente dedicato all’arte ed alla cultura egizie, vantando la seconda maggiore collezione di antichità egizie in assoluto, la più importante e ricca al di fuori dell’Egitto.

Un secondo posto di tutto rispetto, di cui il Museo e la città sono sempre andati molto fieri e che ha attirato fin dalla fondazione, nel 1824, non solo turisti e appassionati di egittologia, ma anche i maggiori studiosi di fama internazionale.

L’imponente piano di lavori a cui[cml_media_alt id='113431']Bruno Franco - Museo Egizio (1)[/cml_media_alt]
è stato sottoposto il Museo, sempre all’interno della storica sede in via Accademia delle Scienze, nel cuore della città, ha come obiettivo quello di ottimizzare, restaurare, ampliare e mettere in sicurezza la struttura e le sue ricche collezioni.

Il pubblico può così godere di un nuovo allestimento pensato per valorizzare lo straordinario patrimonio culturale che custodisce questo museo. Il Piano Ipogeo ha una diversa destinazione: diventa infatti l’area destinata ai servizi di accoglienza del pubblico (biglietteria, museum shop, guardaroba, aule didattiche, servizi, ecc.), mentre il percorso museale definitivo, inizia risalendo al secondo piano (dove fino a qualche mese fa era ospitata la Galleria Sabauda) attraverso un sistema di scale mobili collocate in un ideale percorso “di risalita del Nilo” ideato da Dante Ferretti, per concludersi infine al piano terra: una emozionante passeggiata di tre piani attraverso l’affascinante mistero delle antichità egizie. Da non perdere la nuova “Galleria dei Sarcofagi”, allestita con teche contenenti i sarcofagi risalenti al Terzo Periodo Intermedio, esposti in modo regolare e scenografico, il cui restauro è stato possibile grazie agli Scarabei, Associazione Sostenitori Museo Egizio di Torino.

 

Il Museo e Torino

 

Pur non avendo un “carattere italiano”, il Museo Egizio è uno dei grandi poli attrattori culturali di Torino, molto amato da residenti, turisti, studiosi e appassionati. Ma il Museo Egizio di Torino non è solo un tassello dell’offerta culturale e turistica della città: rappresenta infatti un pezzo di storia del territorio, un tratto distintivo della sua identità. Generazioni e generazioni di torinesi sono cresciute visitando le sue sale e scoprendo le sue meravigliose collezioni, con la consapevolezza di possedere un “tesoro”: il più antico museo egizio del mondo. Il percorso di rinnovamento del Museo non risponde quindi solo alle logiche di tutelare e conservare al meglio un patrimonio culturale di eccezionale qualità e di mantenere alto il livello di attrazione turistica, ma è anche il segno della capacità di rinnovarsi della comunità di cui è espressione.

Durante le operazioni di rifunzionalizzazione non si è mai fatto un giorno di chiusura per i lavori in corso e l’impegno della Fondazione per un Museo “sempre aperto” per non penalizzare il pubblico di appassionati e studiosi ha permesso di registrare continui record anche sotto il profilo degli ingressi, con risultati superiori al mezzo milione di visitatori (nel 2013 sono stati più di 540.000, con una crescita del 24,8% rispetto l’anno precedente), grazie ai quali il Museo si è classificato al 9° posto in Italia e nei primi 100 del mondo.

 

Un insieme unico di collezioni[cml_media_alt id='113432']Bruno Franco - Museo Egizio (3)[/cml_media_alt]

Il Museo Egizio è costituito da un insieme di collezioni che si sono sovrapposte nel tempo, alle quali si devono aggiungere i reperti acquisiti a seguito degli scavi condotti in Egitto dalla Missione Archeologica Italiana tra il 1900 e il 1935. Il criterio dell’epoca prevedeva che gli oggetti rinvenuti durante gli scavi fossero ripartiti fra l’Egitto e le missioni archeologiche. Il criterio oggi in vigore prevede che i reperti archeologici rimangano in Egitto. Nelle sale del Museo delle Antichità Egizie sono oggi esposti circa 6.500 oggetti. Più di 26.000 reperti sono depositati nei magazzini, in alcuni casi per necessità conservative, in altri perché rivestono un interesse unicamente scientifico (vasellame, statue frammentarie, ceste, stele, papiri) e sono oggetto di studi i cui esiti sono regolarmente pubblicati.

 

Il faraone che vive in un palazzo del ‘600

 

Sede del Museo Egizio di Torino è sempre stata, ed è tuttora, il Palazzo dell’Accademia delle Scienze: edificio concepito nel 1678 per ospitare un collegio gesuita per i giovani rampolli delle famiglie aristocratiche, da qui l’antico nome di Collegio dei Nobili.

 

Un cantiere di dimensioni faraoniche

1080 giorni di lavoro, 110 maestranze operanti in cantiere, 6.992 mc di terra rimossa, 2.185 mc di calcestruzzo, 254.027 kg di armature in ferro, 160.000 mt di cavi elettrici, 1820 mq di superfici vetrate, 12.500 mq di pittura muraria.

 

Museum Plus

Il Museo Egizio di Torino è il primo museo in Italia ad impiegare il sistema MuseumPlus per la digitalizzazione dei propri reperti, sfruttando così il più avanzato e sofisticato software per la gestione di questo tipo di dati, in sintonia con i più importanti musei dell’Europa centrale. Tra le istituzioni che si avvalgono di questo servizio figurano il Museo del Louvre, i Musei statali di Berlino (tra cui il Museo Egizio) e il Deutsches Museum di Monaco, oltre a numerose collezioni di arte antica e moderna, musei di scienza, storia e tecnologia, fondazioni e gallerie private.