Chi di voi potrebbe rispondere di sì? Io! Ma solo adesso. Solo pochi mesi fa neanch’io la conoscevo e non avrei certo saputo dire chi era. Ora lo so, grazie al bel libro che ho avuto occasione di leggere.
Passeggiando con una delle mie amiche per le stradine fiorentine del centro siamo entrate in libreria. Un po’ di cultura in più non sarà mai in eccesso, no? Pian piano, guardando tutti i libri colorati, nuovissimi, che solo aspettano che qualcuno li prenda in mano, siamo arrivate allo scaffale dove lei si è fermata e mi ha dato un libro: La passione di Artemisia. “Leggilo! Ti piacerà. Parla di Firenze.»
Allora l’ho comprato e mi sono messa a leggere e… non potevo più smettere!
Il romanzo di Susan Vreeland (titolo originale The Passion of Artemisia) racconta in modo leggero la storia complicata della vita della pittrice rinascimentale Artemisia Gentileschi. Essendo stata rapita dal suo maestro di pittura nonchè collaboratore del padre, è stata umiliata alla corte papale. Neanche suo padre la difese, anche se era lui a sostenere l’accusa. La sua reputazione fu distrutta fino al punto di non poter trovarsi il marito a Roma dove viveva.
Così Artemisia dovette trasferirsi da Roma a Firenze per abitare con suo marito, un uomo che l’aveva sposata solo per la sua dote, scelto da suo padre. Questo trasferimento fu la cosa migliore della sua vita. Pur essendo madre non smise mai di dedicarsi sempre con passione alla pittura, tanto che la giovane Artemisia riuscì ad entrare all’Accademia fiorentina. E fu la prima donna a farlo! Però per il fatto d’esserci riuscita prima di suo marito iniziò ad avere dei problemi. Dopo alcuni anni Artemisia scoprì anche un lato scuro del marito Pietro e con la figlia Palmira lasciò Firenze per vivere da sola.
Di più non posso dire… leggete il libro! Sono sicura che nessuno resterà deluso. Penso che il valore più importante di questo romanzo e della storia di Artemisia Gentileschi sia il fatto che ognuno deve difendere quello in cui crede. Artemisia dimostra come anche in un’epoca come il Seicento, una debole donna, riuscì a difendere quello che pensava fosse bello, difendeva la sua arte, credeva nell’amore anche se la vita la trattava in modo molto crudele. Voleva guadagnare con la pittura e lo faceva, anche se non era facile.
Poi è importante che il libro racconti una storia vera. Così, leggendolo, possiamo imparare aneddoti, conoscere personaggi come ad esempio Cosimo de’ Medici o Galileo Galilei e fatti dell’epoca. Leggendo ci sentiamo come se stessimo passeggiando con la pittrice lungo l’Arno o per le strade della Firenze seicentesca. Insieme ad Artemisia viviamo sia momenti crudeli che di grande gioia. Sentiamo compassione per la piccola ragazza umiliata alla corte e siamo felici per i suoi successi nella vita adulta.
L’autrice americana, Susan Vreeland, con le parole ha dipinto la vita della maggiore pittrice del Rinascimento. E ha dipinto Firenze. Adesso andandoci potremmo riconoscere i posti (il campanile del Duomo, la cupola, il Ponte Vecchio, il Palazzo Pitti…). Ed è una vera gioia, e un miracolo, camminare e sapere di essere nello stesso posto dove secoli fa passava Artemisia Gentileschi…