Recensione spettacolo della Compagnia Teatrale Esperiente a Varsavia

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Dopo quattro anni in cui non ha più presentato spettacoli di largo richiamo con nuove opere in repertorio, finalmente la Compagnia Teatrale Esperiente di Varsavia ha battuto un colpo. E che colpo!

Sabato 7 Marzo, presso la Galeria Freta il gruppo guidato da Alberto Macchi si è esibito in ben 3 pièces, due in lingua italiana ed una in polacco, davanti a circa 150 spettatori suscitando il loro pieno entusiasmo e, ha fatto contemporaneamente scaturire una domanda legittima: Se tale è il successo di pubblico che si riscontra presentando nuove commedie, perché è stato fatto passare tanto tempo?

Dal “Cecè” di Pirandello, rappresentato con successo nel 2011 al Teatro Ochota, la Compagnia ha dato l’impressione  di essersi addormentata. Quanto è stato fatto nel frattempo, invece, seppure di minor coinvolgimento esterno, non merita di essere trascurato. Eppure, con la comunità italiana a Varsavia in costante crescita aumenta di pari passo anche l’esigenza di connazionali -ma anche di coloro che parlano italiano, lingua tra le più studiate in Polonia- di poter assistere a spettacoli in lingua italiana, posto che i nuovi arrivati sono per lo più giovani e di un discreto livello culturale. Dunque esiste, o meglio, dovrebbe esistere, un pubblico  abbastanza ampio da indurre la Compagnia Esperiente, l’unica in Polonia che recita opere (anche) nell’ idioma “del bel paese là?dove?’l?sì suona” , a salire più spesso sul palco.

Tornando allo spettacolo del  7 Marzo, legato alla festa della donna del giorno successivo,  diciamo che in tutte e  tre i pezzi rappresentati gli attori hanno convinto e divertito coloro che vi hanno assistito avendo presagito che sarebbe valsa la pena  passare un paio d’ore godendo di uno spettacolo dal vivo impostato al brio e alla riproduzione  teatrale di scene di vita quotidiane esasperandone la componente ironica tipica dello stile del Vaudeville.

Si sono esibiti, oltre ad Adriana Calovini, autentica colonna portante della Compagnia Esperiente dai tempi del “Caravaggio”, che non solo recita nelle commedie ma cura i costumi, i trucchi, le locandine e chissà cos’altro,   ed hanno dimostrato il loro talento altri 5 attori esordienti  dimostrando un livello di bravura e padronanza della scena inaspettato.

La prima commedia, di Feydeau, scritta dal grande commediografo nel 1883 come “Amour et piano”  è stata interpretata da Antonella Chillemi, Saverio Fabbri e Pietro Basso. Il testo, già di per sé divertente e basato su un equivoco tra persone che viene mantenuto fino alla fine, è stato vieppiù reso comico dai movimenti apparentemente impacciati  e dalle espressioni fortemente caratterizzate degli interpreti che hanno amplificato il risultato comico.

La seconda pièce, in polacco, benché di minore durata -10 minuti in tutto- , ha fatto apprezzare un’ottima recitazione rivelandosi quale azzeccata mescolanza di trovate esilaranti in un contesto di contorno drammatico che ha incontrato il favore del pubblico presente. Gli interpreti sono stati Lucia Pascale, Domenico Rizzo e Remek Smiechowski, quest’ultimo ha anche realizzato la traduzione in polacco  del testo.

La terza commedia è stata scritta a beneficio della Compagnia, appositamente per la serata, da un autore di Varsavia che ha chiesto di rimanere anonimo. Sarà questa  una trovata di Alberto Macchi per indurre quella curiosità sempre provocata dall’ alone di mistero? In fondo non importa molto, se è questo il risultato! Essa tratta in chiave umoristica, e in una cornice normale quale la visita a sorpresa della mamma  -di qui il titolo “La mamma a Varsavia” –  il tema attuale del divenire della nostra,  una società multietnica  vista da una prospettiva strettamente familiare con le tre scene decisamente godibili  in cui si vedono i personaggi  interagire tra  battute originali e mutevoli atteggiamenti nel gioco delle parti. Gli interpreti sono Adriana Calovini, la madre in visita,  Lucia Pascale e Saverio Fabbri (entrambi visti nelle altre piéces della serata)

Bravi tutti e 7 gli attori apparsi sul palco dimostratisi convincenti e sufficientemente disinvolti nei loro rispettivi personaggi e ruoli. Il folto pubblico presente ha mostrato di divertirsi così tanto che, a volte,  le risate che scoppiavano copiose dalle prime file hanno spesso impedito a quelli che sedevano dietro di sentire le battute immediatamente successive.

Tra le poche, pochissime, cose che andrebbero, tuttavia,  migliorate, c’è anche questo: il ritmo delle battute potrebbe essere più lento, considerando che non tutti gli spettatori possono avere una tale dimestichezza con la lingua italiana o polacca da consentire loro di cogliere immediatamente e in pieno l’aspetto ilare delle battute.

Un lavoro di rifinitura per quanto riguarda i cambi di scena va altresì consigliato, posto che le musiche iniziali e di intermezzo sono durate forse troppo, probabilmente per consentire i cambi i quali, appunto  per questo, andrebbero resi più spediti.

Non resta, quindi, che essere solidali col rammarico di coloro che non hanno potuto godere di una serata così divertente e piaciuta così tanto a chi c’era – è stata graditissima la presenza tra gli spettatori dell’Ambasciatore d’Italia e Signora- da chiedere, già subito dopo lo spettacolo,  quando vi sarà la prossima replica.  Già! quando sarà?

La Compagnia Esperiente rappresenta, infatti,  una realtà viva e pulsante della cultura italiana in Polonia a cui non dobbiamo e non vogliamo rinunciare e siamo convinti che spettacoli a cadenza più breve, magari in calendario per tutto l’anno, porterebbero anche a raccogliere intorno alla Compagnia Esperiente quel pubblico ansioso di assistere alle prossime rappresentazioni che finora non ha potuto crearsi proprio per la sporadicità delle occasioni offerte.

Comprendiamo le grandi difficoltà insite nell’attività di una compagnia amatoriale, ma visto che gli attori -e bravi-ci sono, i testi adatti si trovano -e adesso sappiamo che possono venire scritti ad hoc anche qui-, gli Italiani  che amano il teatro sono molti, che cosa manca ancora per non dover aspettare anni per un’altra ghiotta occasione di divertimento come sono le rappresentazioni della “nostra” Compagnia Esperiente?

di Daniele Mosconi