Adam Hanzelewicz
L’adesione della Polonia all’Unione Europea ha avuto una ricaduta positiva sia sul piano economico che quello politico: a partire dal 1 maggio 2004 il Pil è raddoppiato (48,7%), sono stati creati due milioni di nuovi posti di lavoro, le esportazioni verso i Paesi dell’Ue sono triplicate, mentre i fondi ottenuti nel corso del decennio di adesione hanno avuto un saldo positivo di 61,4 miliardi di euro rispetto ai contributi versati; sul piano politico la Polonia è diventata un componente forte e influente della Comunità europea, capace di difendere i propri interessi, ma anche di operare responsabilmente a favore del processo di integrazione.
Il quadro emerge in un rapporto del Ministero degli Esteri polacco sui dieci anni di appartenenza all’Ue.
L’economia polacca ha superato anche l’esame più importante, la crisi economica globale: nel 2009 la Polonia, l’unico paese Ue, non ha subito un collasso dell’economia. Negli anni 2008-2013 la crescita cumulativa del Pil polacco ha superato il 20% raggiungendo il risultato migliore fra tutti i Paesi Ue. Una crescita più veloce rispetto ad altri paesi ha fatto sì che la Polonia ha già oggi raggiunto i due terzi dell’indice di sviluppo economico medio dei paesi Ue. Ancora nel 2003 il Pil polacco pro capite a parità del potere d’acquisto ammontava al 48,8% della media UE27. Nel 2013 era pari al 66,9% il che significa una crescita di 18,1 punti percentuale.
Lo sviluppo economico della Polonia era accompagnato da importanti cambiamenti del mercato di lavoro. Nell’arco dei dieci anni dall’adesione sono stati creati due milioni di nuovi posti di lavoro: hanno trovato occupazione dei rappresentanti di tutti i gruppi sociali, compreso mezzo milione di inattivi. La crescita economica ha migliorato in modo significativo la situazione della società polacca: dal 2005 al 2012 il numero delle persone a rischio povertà o esclusione sociale è diminuito di sette milioni, mentre 1,3 milioni di persone sono uscite dallo stato di indigenza.
La Polonia ha saputo approfittare bene delle possibilità offerte dal mercato unico che prevede il libero flusso dei beni, persone, servizi, e capitale, diventando parte della maggiore zona di libero scambio nel mondo che comprende 500 milioni di consumatori e 20 milioni di aziende. Nel corso dell’ultima decade la partecipazione delle esportazioni polacche verso l’Ue è raddoppiata raggiungendo il 4%: si tratta della maggiore crescita tra i paesi dell’Europa centro-orientale (Peco), e la seconda in tutta l’Ue dopo l’Olanda; nel 2013 la Polonia ha quasi triplicato le esportazioni in Ue rispetto al periodo pre-adesione. Le aziende polacche hanno esportato nell’Ue merci per un valore di quasi 3,5 miliardi di zloty, una cifra doppia rispetto al Pil polacco, e hanno raggiunto un reddito totale di circa 550 miliardi di zloty (135 miliardi di euro) grazie all’esportazione di servizi (principalmente trasporti e turismo) verso l’Ue, con un saldo positivo totale superiore a 37 miliardi di zloty, che corrispondono a oltre nove miliardi di euro. L’adesione all’Ue ha decisamente migliorato l’attrattiva della Polonia come paese da investire. A partire dal 2004, il valore complessivo degli investimenti esteri diretti in Polonia ha superato i 405 miliardi di zloty, all’incirca 100 miliardi di euro. Nell’ultimo decennio proprio la Polonia – tra tutti gli stati Peco – è stata scelta dal maggior numero di investitori esteri, principalmente da altri paesi Ue, che hanno deciso di investire lì 1 euro su 3. Gli investimenti polacchi diretti verso gli stati Ue sono invece aumentati di qualche decina di volte, dai 4,6 miliardi di zloty nel 2003 sino ai 137 miliardi di zloty nel 2012.
Nonostante nel 2005 il presidente di una delle compagnie aeree low cost abbia detto che nessuno sarebbe voluto andare a Danzica poiché “lì sono da vedere solo i cantieri navali”, negli ultimi dieci anni, gli stranieri hanno compiuto oltre 630 milioni di viaggi verso la Polonia, di cui oltre 140 milioni a scopo turistico. Durante queste visite è stato speso in Polonia un totale di 284,3 miliardi di zloty. Al 2014, a godere di un collegamento aereo diretto con Varsavia sono ben cento città al mondo, vale a dire quattro volte in più rispetto al periodo antecedente all’adesione all’Ue. (ANSA)